Mantenere o meno le quote di Evam da parte del comune di Massa lo sta decidendo il consiglio comunale – ancora in corso mentre vi parliamo – al cui ordine del giorno c’è la proposta 270, ovvero la revisione delle partecipazioni societarie. Secondo il decreto Madia, molto rigida e che lascia spazio a poche interpretazioni, Evam non è strategica per il comune e lo conferma il dirigente del settore nella valutazione tecnica: “non è strettamente necessaria per il perseguimento delle finalità istituzionali. In altre parole, Evam non produce un servizio di interesse generale perché “non produce beni o servizi impossibili da svolgere senza un intervento pubblico”, quindi va alienata. “Da quando ci siamo insediati – ha spiegato l’assessore Giovanni Rutili – abbiamo monitorato l’andamento di Evam e per un periodo sono stato molto preoccupato, ma abbiamo lavorato per dare massimo supporto e vogliamo mantenerla per il suo ruolo di valorizzazione delle acque minerali, come specificato nello statuto dell’azienda”. Per l’amministrazione Evam svolge un ruolo di interesse generale e la linea politica è quella di tenere le quote nonostante la legge statale indichi il contrario. La commissione consiliare bilancio in mattinata ha dato parere negativo con tre voti contrari, due a favore ed un astenuto. “Meglio sarebbe stato un rinvio – ha dichiarato Luca Anghelè – modificare le finalità di Evam nello statuto e mantenere la società senza problemi”. Da sottolineare che il consiglio comunale deve approvare la revisione della società partecipate come pacchetto completo. Non solo Evam, ma anche Area spa e Fidi Toscana per cui il comune ha proposto la dismissione delle quote.