Nel merito, le precipitose dichiarazioni rilasciate dal Sindaco De Pasquale sul restauro dei codici conservati all’Archivio di stato si commentano da sole: per un movimento che ha eletto la rete come proprio terreno di gioco è sorprendente constatare che, in questo caso, la vis polemica abbia steso un velo sulla facilità con cui oggi si possono fare copie digitali dei documenti e sul fatto che, quando si restaura una fonte documentale, non si falsifica niente ma si porta acqua al mulino della verità.
Il commento pacato e puntuale del direttore dell’Archivio, Maurizio Munda, chiarisce bene l’inconsistenza dell’incomprensibile messaggio postato nella rete dal sindaco di Carrara.
Nel metodo, invece, vanno assolutamente censurati le accuse e i malcelati sospetti di “trame complottiste da parte dei soliti industriali del marmo”.
In questi mesi Confindustria Livorno Massa Carrara si è rapportata alla nuova amministrazione con tutto il rispetto e molta curiosità, attenta a concedere alla Giunta comunale il tempo per acclimatarsi con la complessa gestione della città e non sarà questo banale incidente a farci ritirare le aperture di credito.
Sullo sfondo di questa imbarazzante vicenda, che mal si coniuga con i tanto sbandierati appelli alla trasparenza, si stagliano ingiustificati pregiudizi e anacronistiche sacche di ostilità nei confronti degli imprenditori e questo non è un buon viatico per le audizioni e l’invito al dialogo con tutti gli stakeholder messi in programma dalla Amministrazione.
Sul tavolo della Fondazione Marmo in effetti c’è una richiesta di contributi per restaurare una serie di importanti volumi storici che sarà esaminata solo a fine novembre. Sarà quindi il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, Statuto alla mano e in piena autonomia, ad esaminare la richiesta di un contributi per la messa in sicurezza di pagine della storia locale minacciate dalle muffe e dalla “critica roditrice dei topi”.