
“Immediata sospensione di qualsiasi lavorazione estrattiva presso la cava Madielle in quanto in assenza della Pronuncia di compatibilità ambientale e di nulla osta del Parco”. Recita così l’ordinanza n.3 del 15/03/2017 emessa dal Commissario del Parco Regionale delle Alpi Apuane Alberto Putamorsi.
L’atto è stato notificato alla ditta De Angelis Giovanni srl per le lavorazioni presso la cava Madielle, che il 1 settembre 2016 aveva chiesto al Parco il rilascio di una nuova pronuncia di compatibilità ambientale in vista della scadenza della pronuncia precedente, la n. 21 del 28.10.2011.
Il 4 Novembre 2016 la prima riunione della conferenza dei servizi ha richiesto documentazione integrativa e ha stabilito di effettuare un sopralluogo ricordando alla ditta De Angelis Giovanni srl che, essendo scaduta la pronuncia di compatibilità ambientale, non era possibile esercitare alcuna attività estrattiva. Ne è seguito un sopralluogo effettuato dal Parco e dal comune di Massa a seguito del quale l’Ente Parco, con nota n. 3990 del 06.12.2016, ha chiesto alla ditta De Angelis Giovanni srl di trasmettere la planimetria sovrapposta tra lo stato autorizzato e lo stato attuale, con la descrizione di tutte le opere realizzate in difformità, sia quelle relative alla estrazione sia quelle relative alle discariche, con relativa documentazione fotografica e con la quantificazione dei volumi abusivamente scavati.
“Ad oggi – precisa l’ordinanza emessa da Putamorsi – la ditta De Angelis Giovanni srl non ha trasmesso né la documentazione integrativa richiesta dalla conferenza dei servizi del 04.11.2016, né quanto richiesto con nota del Parco n. 3990 del 06.12.2016 e pertanto, essendo trascorsi 45 giorni assegnati nella nota n. 3712 del 08.11.2016 con cui è stato trasmesso il verbale della conferenza, la domanda di pronuncia di compatibilità ambientale è da intendersi archiviata.”
La realizzazione di sbassi nel piazzale principale della cava, di ampliamenti nel cantiere intermedi, di un ravaneto nella parte sud della cava e l’escavazione nella zona alta del sito estrattivo sono le opere contestate dal Parco perché difformi dalla pronuncia di compatibilità ambientale e dal nulla osta. Da qui l’immediata sospensione e la riduzione in pristino e “la risistemazione e l’eventuale ricostruzione dell’assetto morfologico ed idrogeologico e delle specie vegetali ed animali.”
La ditta avrà 30 giorni di tempo dalla notifica dell’ordinanza per presentare al Parco un progetto di ripristino e sistemazione ambientale dell’area interessata e tre mesi per realizzare le opere.