Il pirata della strada era un ventisettenne di Carrara. I carabinieri lo hanno identificato dopo un’indagine durata una ventina di giorni, tra appostamenti e testimonianze. Al volante della sua utilitaria, una Volkswagen Polo, la notte di Halloween ha investito una ventenne che stava attraversando la strada nei pressi della discoteca Swamp. Con lo specchietto retrovisore l’aveva colpita a un braccio facendola cadere in terra. La botta era stata talmente forte che l’omero si era fratturato e una volta al Noa era stata giudicata guaribile in un mese. Ma a questi si aggiungerà anche la riabilitazione, quindi un danno davvero importante. In più il ventisettenne invece di fermarsi e di prestare soccorso aveva accelerato e tirato dritto, facendo perdere le sue tracce.
O almeno questo credeva, dato che gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri di Carrara, coordinati dal luogotenente Walter Calandri, lo hanno cercato fino a quando non lo hanno trovato. Non è stato semplice, però, perché non c’erano testimoni diretti dell’accaduto. La vittima dell’incidente non aveva visto la vettura, niente targa e niente modello da cercare. Soltanto il colore: scuro. I militari hanno interrogato la giovane e poi anche le persone che si trovavano allo Swamp. Quelle che erano state identificate la notte di Halloween e che avevano detto di non aver visto nulla. Dal racconto di uno e dal ricordo di un altro una sorta di ricostruzione è stata fatta. A quel punto le telecamere hanno fornito un elemento indispensabile per la soluzione del caso. L’indizio degli indizi. Il modello della macchina che si presumeva potesse essere il protagonista dell’investimento: la Polo Volkswagen.
Ma l’identificazione del colpevole non era ancora possibile, perché la targa ovviamente non si vedeva dal filmato girato dagli occhi elettronici di Avenza. E così Calandri e i suoi uomini hanno tirato giù una lista di possibili sospetti. Una trentina di nomi in tutto, ragazzi intorno alla trentina che potevano aver gravitato nei pressi della discoteca quella notte. C’è voluta molta pazienza per spuntare quelli che non c’entravano nulla. Alla fine la rosa si è ristretta a tre persone. I carabinieri hanno tenuto d’occhio il terzetto, che non si conosceva e non si frequentava. Accanto all’abitazione di uno di loro ecco la Polo. Ed ecco i segni dell’incidente. Il giovane non l’aveva ancora portata dal carrozziere, perché temeva che le forze dell’ordine avrebbero controllato le officine. E infatti era stato quello il primo passo dell’indagine, anche se si era rivelato un buco nell’acqua. Tanto che si era sospettato che il pirata venisse da fuori provincia. Invece quei segni sulla carrozzeria dell’utilitaria erano un elemento decisivo. Quelli del nucleo operativo hanno tenuto sotto controllo per una settimana e infine fermato. Nel frattempo l’auto era stata riparata. Quando si è trovato la pattuglia davanti che gli contestava l’investimento ha fatto finta di non capire cosa volessero da lui.Nonostante negasse è stato denunciato a piede libero per omissione di soccorso e lesioni personali colpose. E segnalato alla prefettura per ritiro della patente. Sanzione che può variare da uno a cinque anni.
il tirreno