
La Polizia di Stato ha identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria un uomo, un quarantenne italiano, che, nella tarda mattinata del 19 ottobre scorso, ha aggredito senza alcuna ragione una giovane casualmente incontrata per strada.
Una chiamata al numero di emergenza ha avvisato la locale Questura che una donna, che stava passeggiando per strada, in via Marina Vecchia, era stata picchiata al viso da un uomo a lei sconosciuto.
Mentre ancora la vittima veniva soccorsa dai paramedici intervenuti, le Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, tempestivamente giunte in zona, hanno effettuato un’accurata perlustrazione dell’area, intercettando un uomo che corrispondeva alla descrizione sommaria fornita all’operatore del 113.
Trasportato in Questura per accertamenti, l’uomo è stato sottoposto alle necessarie procedure di “fotosegnalamento”, volte a fornire un’identità certa al sospetto attraverso le fotografie e, soprattutto, l’esame delle peculiarità morfologiche delle impronte digitali.
L’uomo, che era privo di documenti e ha fornito le proprie generalità, risultate in seguito inventate, aveva tuttavia una peculiarità fisica, non evidente in principio, che ha reso particolarmente difficoltoso il procedimento appena descritto: i polpastrelli delle dita di entrambe le mani erano infatti particolarmente consumati e deteriorati, tanto da alterare parzialmente i “punti notevoli” utilizzati per l’identificazione.
In attesa del responso sulle impronte, gli agenti hanno realizzato un fascicolo nel quale, oltre alla foto appena scattata al sospetto, sono state inserite altre sei immagini di persone somiglianti e lo hanno sottoposto alla vittima, nel frattempo trasportata al pronto soccorso, che ha immediatamente e senza alcun dubbio riconosciuto il proprio aggressore proprio nella persona trattenuta in Questura.
Costui, nel frattempo, è stato sottoposto ad una visita da parte di personale medico per verificare la presenza di eventuali patologie psichiche o alterazioni momentanee che potessero spiegare il comportamento tenuto sia in relazione all’aggressione di cui era sospettato, sia nell’ufficio di polizia, ove appariva, a tratti, assente e frastornato.
L’uomo, al quale a causa dell’alterazione delle impronte digitali, è stata provvisoriamente attribuita un’identità basata sulle generalità fornite, all’esito degli adempimenti formali e non ricorrendo, secondo l’opinione del personale medico che l’aveva visitato, la necessità di un ricovero, è stato rilasciato.
Gli operatori delle Volanti tuttavia, insospettiti dalla peculiarità dell’atto compiuto dall’uomo, soprattutto in relazione all’assoluta mancanza di una motivazione, hanno compiuto ulteriori approfondimenti investigativi, con l’ausilio anche di personale della Squadra Mobile, attraverso i più moderni sistemi informatici, fruendo, in particolare, di un database collegato ai fotosegnalamenti.
Sull’ipotesi che il gesto compiuto dall’uomo potesse non essere un episodio isolato, gli agenti hanno effettuato una serie di lunghe e laboriose ricerche incrociando il modus operandi, la regione di nascita (identificata dall’accento dell’uomo) e le caratteristiche somatiche inserite nel database in questione, riuscendo ad individuare una rosa di candidati fra i quali, dopo ulteriori riscontri, hanno riconosciuto il responsabile dell’aggressione alla donna.
L’attività svolta dagli agenti ha così permesso, superando le difficoltà dovute alle particolari circostanze (in particolare lo stato di alterazione delle impronte digitali), di attribuire un’identità certa al responsabile del grave gesto di aggressione e di consentire così all’Autorità Giudiziaria, ora in possesso di tutte le informazioni necessarie, di valutare con completezza la posizione dell’uomo e di adottare la misura più idonea ad impedire che costui possa ripetere gesti come quello compiuto a Massa.