Dopo 16 anni e un contenzioso fatto di ricorsi e carte bollate, stamani mattina il Commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara Francesco Messineo ha emesso l’ordinanza per la rimozione d’ufficio del deposito di materiale lapideo ubicato sul prolungamento della banchina Taliercio, comunemente chiamato Piarda.

Si tratta di un deposito di materiale lapideo autorizzato nel 2000 alla Coopsette scarl che avrebbe dovuto trasportarlo a Genova con mezzi navali di cantiere per la realizzazione della diga Duca di Galliera. L’autorizzazione prevedeva la completa rimozione del materiale al termine dei lavori. Ma la ditta ha sospeso la sua attività e ha lasciato il materiale in deposito abusivo.

tagliercio 2L’Autorità Portuale di Marina di Carrara ha provveduto così a rimuovere parte del deposito mediante alienazione ma, in opposizione a ciò, la ditta ha presentato un ricorso al Tar Toscana e uno al giudice civile del Tribunale di Massa.

Un lungo cammino di carte bollate che arriva fino ai giorni nostri: solo poco tempo fa, nel giugno scorso,  l’Autorità Portuale ha chiesto all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Genova un parere in merito alla possibilità di rimuovere il materiale in questione con oneri a proprio carico per non incorrere in conseguenze civili o penali.

L’epilogo è arrivato con il provvedimento del Tribunale di Massa emesso nei giorni scorsi, che, su iniziativa del Pubblico Ministero, ha chiesto il sequestro preventivo del deposito di materiale e ha disposto il “sequestro dell’area interessata dal deposito e, contestualmente, il dissequestro della stessa e la restituzione all’autorità Portuale di Marina di Carrara.

tagliercio 3aDa qui l’ordinanza di stamani emessa dal Commissario Messineo “Ci preme precisare – dichiara Messineo – che non si tratta del sequestro di una banchina del porto, bensì di un deposito, un terrapieno di materiali inerti destinati alla costruzione di una diga portuale, realizzato in mare oltre la testata della banchina Taliercio. Nessuna banchina del Porto dunque è oggetto del provvedimento”.

“Il provvedimento del Tribunale – precisa poi Messineo – parla di sequestro e contestuale dissequestro, quindi, nei fatti, non cambia nulla ma – ci tengo a sottolineare- se da una parte ci consente di disporre la rimozione d’ufficio del materiale depositato dalla Coopsette, dall’altra vede i vertici dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara oggetto di un’attività d’inchiesta per un manufatto realizzato 15 anni fa e che, per giunta, ci eravamo adoperati a smantellare.”