Questo pomeriggio, durante un incontro convocato presso la sala consiliare del palazzo comunale di Aulla, i sindaci lunigianesi e i loro delegati presenti si sono detti d’accordo sulla proposta di mantenimento della zona distretto – SdS Lunigiana, con cui si andrà a chiedere alla Regione Toscana che “la Lunigiana mantenga la propria autonomia di Zona Socio Sanitaria/Società della Salute della Lunigiana, la propria identità ed organizzazione amministrativa”.
Ora il documento contenente la proposta sarà sottoposto per essere firmato anche ai Comuni assenti questo pomeriggio per impegni già presi in precedenza, ovvero Comano, Filattiera, Pontremoli e Tresana.
A sollevare la questione del possibile accorpamento della Società della Salute della Lunigiana con i Comuni di Massa, Carrara e Montignoso, nel contesto della riorganizzazione delle Asl in Toscana, era stato, a inizio febbraio, il presidente della SdS Lunigiana, Riccardo Varese, il quale aveva sottolineato che “si tratterebbe di un danno inestimabile per la Lunigiana, perché un mutamento del genere determinerebbe la messa in discussione radicale della capacità e della forza di incidere nelle decisioni dei Comuni lunigianesi” e faceva notare che “la SdS Lunigiana è una delle poche SdS in Toscana ad avere la gestione a 360 gradi dei servizi, una prerogativa guadagnata in anni di impegno e di proficuo lavoro sul territorio, grazie anche ad uno staff tecnico di altissimo profilo.
Quindi, snaturare un’esperienza così positiva, secondo noi, non è la strada da percorrere” aveva, quindi, precisato il presidente della SdS Lunigiana.
Ed è stato Varese stesso, in apertura dell’incontro odierno, a ribadire questi concetti, lasciando, poi, ampio spazio ai sindaci e ai rappresentanti dei Comuni lunigianesi presenti, dai cui interventi emergeva l’esigenza di fare fronte comune e di interpellare, al più presto, l’assessore alla sanità della Regione Toscana, Stefania Saccardi, cercando anche di coinvolgere nella battaglia Anci, Uncem ed altri territori in Toscana con le stesse caratteristiche della Lunigiana.
Venendo al documento, questo fa cenno a precisi riferimenti di legge per sostenere la proposta ed entra nel merito delle ragioni per cui “la Lunigiana possa rimanere una zona autonoma caratterizzata da una propria identità”, facendo leva sul fatto che “la Lunigiana, sin dalla legge 833/78 “Istituzione del Sistema Sanitario Nazionale”, gestisce in maniera integrata i Servizi Sociali e Sanitari, sistema di gestione confermato anche con la prima legge di riforma del Sistema Sanitario Nazionale, Legge 502/92.
Lo strumento di gestione è stato la convenzione fra i Comuni e l’Asl con la costituzione della Società della Salute della Lunigiana, (consorzio tra i Comuni e l’Asl).
La presenza della SdS ha rappresentato per il nostro territorio – prosegue il documento – la possibilità di esprimere, e far maturare, uno spiccato senso di identità e, soprattutto, ha consentito di realizzare una rete molteplice di servizi in grado di affrontare i bisogni di una popolazione sempre più “matura” e sempre più bisognosa”.
Quindi, si passa ad analizzare l’incidenza della popolazione anziana in Lunigiana, nettamente superiore al dato delle zona apuana e al dato regionale, e l’elevato tasso di disabilità rispetto alla zona di costa e alla Provincia.
Una situazione che ha fatto sì che la SdS Lunigiana “fosse dotata di strumenti di gestione sia per il socio assistenziale che per il socio sanitario e l’alta integrazione.
Nell’anno 2014 l’Assemblea dei Soci della SdS Lunigiana – si puntualizza – ha espresso parere positivo affinché ci fosse la continuità nell’esercizio delle funzioni della Società della Salute della Lunigiana, riconoscendo il consorzio SdS come l’unica organizzazione che ha risposto adeguatamente alle esigenze degli abitanti e della comunità.
Attraverso questa manifestazione di volontà si è affermata sempre di più la consapevolezza di una “buona organizzazione” tant’è che nell’aprile 2015 è entrato a farvi parte il 14° Comune che è Fosdinovo.
Quindi, noi pensiamo che la Lunigiana debba continuare a mantenere la propria autonomia anche in considerazione del fatto che è ubicata in una posizione geografica (Emilia Romagna – Liguria) che male consentirebbe di unirsi ad altre zone, con le quali si andrebbero a costituire territori che non rappresentano caratteristiche di omogeneità ambientale, tali da dare una vera identità all’eventuale nuova zona, con conseguenti difficoltà anche a trattare con la direzione centrale”.
Infine, vengono elencate le caratteristiche possedute dalla Zona socio sanitaria/Società della Salute della Lunigiana, come previste dalla legge: “Rappresenta l’ambito territoriale ottimale di valutazione dei bisogni sanitari e sociali delle comunità, nonché di organizzazione, gestione ed erogazione dei servizi inerenti alle reti territoriali sanitarie, socio-sanitarie e sociali integrate; costituisce il livello di organizzazione delle funzioni direzionali interprofessionali e tecnico amministrative riferite alle reti territoriali sanitarie, socio sanitarie e sociali integrate; è stata individuata con deliberazione del Consiglio regionale quale zona disagiata, montana e di confine; la propria identità territoriale è valorizzata e consolidata anche dalle esperienze di gestione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali in un territorio molto esteso e con scarsa densità abitativa; organizza e gestisce le attività di alta integrazione sociosanitaria: i servizi per la salute mentale, le dipendenze, la non autosufficienza e la disabilità; governa, sulla base dei protocolli di cura e delle indicazioni dei bisogni espressi anche dalla medicina generale, i percorsi inerenti le cure primarie, la specialistica territoriale, l’attività dei consultori e la continuità assistenziale ospedale – territorio; integra le attività territoriali con le attività ospedaliere nell’ambito della continuità assistenziale, vista la presenza dei due stabilimenti ospedalieri, sancita nei Patti Territoriali approvati; gestisce i Consultori Familiari ed Adolescenti”.