Il dottor Aldo Giubilaro critica il sistema giustizia: “I due personaggi che hanno preso di mira l’uomo con l’handicap avevano una lunga serie di precedenti e alcune condanne da scontare, eppure si trovavano in stato di libertà”
Il procuratore capo Aldo Giubilaro ha preso spunto dall’ultimo fatto di cronaca, l’estorsione patita da un disabile, per lanciare l’ennesimo allarme sicurezza. Con due spunti che analizzati da un “addetto ai lavori” fanno capire lo stato di salute precario del sistema giustizia italiano. «I due personaggi che hanno preso di mira l’uomo con l’handicap avevano una lunga serie di precedenti e alcune condanne da scontare, eppure si trovavano in stato di libertà e potevano fare quello che volevano. Mi sembra evidente che qui il problema è la normativa che impedisce di fermare degli individui che campano commettendo reati. Bisogna tutelare la vittime, eppure questo sistema così come è congeniato non lo permette». Detto da un procuratore capo assume un peso differente, un atto di accusa che mostra tutta la fragilità della macchina giustizia.
Giubilaro poi entra nel particolare, concentrandosi sulla situazione apuana. Parole che ha già detto, lamentele che ha già esposto. Ma la situazione non è mai cambiata, anzi è andata via via peggiorando: «Le forze di polizia si occupano della sicurezza dei cittadini. Se non si arriva alla soluzione del caso non è per cattiva volontà, ma per una serie di circostanze. L’impegno però viene messo sempre e comunque». E poi il procuratore capo ripete quello che è il vero problema: «Le forze in campo sono quelle che sono e quindi si fa quello che si può. Lo si fa anche bene, ma non può coprire tutto quello che ci viene richiesto. Se si vuole un risultato diverso bisogna investire in risorse umane e soprattutto in risorse economiche. La situazione altrimenti è questa».
Giubilaro da tempo ha chiesto al ministero della Giustizia un sostituto in più dell’organico previsto: al momento sono cinque, ma il carico di fascicoli è impressionante e senza l’aiuto dei pubblici ministeri onorari molte udienze non si potrebbero fare a causa di agende fitte di impegni. La risposta di Roma è stata un secco no, Massa Carrara deve fare con quello che ha. Stesso discorso per le forze dell’ordine che operano in procura: «Abbiamo conseguito risultati importanti grazie alla bravura delle persone che indossano una divisa (il plauso era stato esteso a polizia, carabinieri e guardia di finanza), ma purtroppo tante inchieste restano indietro».
il tirreno