La Fiordichiara B, la cava finita nel mirino della Guardia di Finanza, ha rischiato per due volte di perdere la concessione per morosità. E i sindacati ricordano: «Nel 2013, durante la cessione alla CMV segnalammo all’amministrazione che qualcosa non andava». Non solo bancarotta fraudolenta, i “guai” delle società che si sono avvicendate nella gestione della cava 76, la Fiordichiara B, includono anche una vertenza sindacale e una morosità nei confronti del municipio, ancora pendente e che ha rischiato di sfociare nella caducazione della concessione.
Dopo il blitz della Guardia di Finanza a Fantiscritti e l’apposizione dei sigilli alla cava 76, rispuntano vecchi guai nella gestione della Fiordichiara B. I referenti delle ditte che si sono avvicendate nella gestione della cava, Davide Montefiori della Fiordichiara srl e Alessandro Macchione, della CMV di Milano, insieme al commercialista Giampiero Ciarleglio, fondatore della Marble&Stone di Londra, saranno chiamati a rispondere di bancarotta fraudolenta per aver inscenato il gioco delle tre carte con le società titolari dei diritti di escavazione, allo scopo di recuperare i 2,6 milioni di beni andati in fumo con il fallimento della Fiordichiara Srl e di eludere un credito nei confronti dell’erario da 7,6 milioni di euro.
Una vicenda complessa che non riguarda solo le casse dello Stato ma anche quelle del municipio, per morosità sul canone di concessione. Come risulta dagli atti del Comune di Carrara, l’11 Febbraio 2009 l’amministrazione aveva avviato contro la Fiordichiara srl di Montefiori un procedimento per mancato pagamento del canone di concessione: dopo meno di un mese, il 4 marzo del 2009, la giunta delibera di sospendere l’iter di decadenza per morosità perché la Fiordichiara Srl ha provveduto a sanare parzialmente il debito, versando al municipio 60 mila euro, e si è impegnata a restituire la quota restante a rate, con tanto di garanzia fidejussioria. Trascorrono quattro anni esatti e la Fiordichiara Srl cede i suoi diritti alla CMV Marmi Srl di Alessandro Macchione, con un atto ratificato dal Comune di Carrara.
Con questo trasferimento la CMV si accolla anche la morosità sul canone di concessione, con tanto di garanzia fideiussoria. L’8 febbraio 2013 la giunta autorizza con delibera il trasferimento ma sul sito del comune non è disponibile l’allegato con la determinazione del dirigente del settore Marmo Marco Tonelli.
Di lì a poco un dipendente della cava apre una vertenza sindacale: «I lavoratori della Fiordichiara Srl erano stati ri- assunti dalla CMV che però aveva “azzerato” loro i diritti maturati. Uno si era opposto ed era stato licenziato» ricorda Roberto Venturini segretario provinciale della Fillea-Cgil che all’epoca, insieme ai Cobas del marmo, aveva portato il caso all’attenzione dell’allora vicesindaco Andrea Vannucci e del dirigente Tonelli.
«Ricordo che al di là della vertenza avevamo sollevato dubbi sull’operazione che ci sembrava poco trasparente» sottolinea Venturini, lasciando intendere che le due sigle sindacali avevano fatto la fine di Cassandra. Un anno dopo la CMV finisce nella lista delle cave morose a cui il comune minaccia di togliere la concessione. Esattamente come nel 2009, dopo aver avviato l’iter di caducazione, il comune fa retromarcia ad aprile 2015, perché la CMV – così come diverse altre società raggiunte da provvedimento analogo – salda parte del debito.
«CMV ha pagato il debito contratto sotto la sua gestione ma resta in sospeso la parte di morosità accumulata da quella precedente (Fiordichiara Srl, ndc) che al momento del trasferimento delle autorizzazioni la società subentrante si era accollata» spiega il dirigente Marco Tonelli.
Secondo la ricostruzione del responsabile dell’Ufficio Marmo, a complicare le cose c’è il fatto che i vecchi debiti di Fiordichiara Srl, tra cui anche quelli nei confronti del comune di Carrara, sono finiti nel mirino di Equitalia che li ha iscritti al ruolo e ha effettuato una serie di pignoramenti su CMV. «Per quanto riguarda la morosità sul canone di concessione la società milanese ha fatto opposizione in tribunale, per evitare di pagare due volte, a Equitalia e a noi» prosegue Tonelli, precisando che fino a qualche settimana fa il procedimento risultava ancora pendente. Quanto alla morosità accumulata dalla cava 76 il dirigente si è riservato.
il tirreno