Il problema legato ai lavori al tetto delle officine dell’Iti Meucci non ha impedito e non impedisce il normale funzionamento dei laboratori, trasferiti all’interno dell’ampio edificio scolastico, dove i materiali hanno trovato collocazione, e l’attività didattica ha proseguito e prosegue normalmente per tutti gli indirizzi presenti nell’edificio di via Marina Vecchia a Massa.
Il materiale rimasto all’interno delle officine è inutilizzabile. Lo precisa la preside dell’Istituto, Sonia Casaburo, in risposta a quanto potrebbe erroneamente far credere quanto comparso sulla stampa locale nei giorni scorsi.
“Ci sono gli spazi necessari alla didattica ed abbiamo ridistribuito all’interno dell’edificio principale tutti i laboratori presenti nell’officina creando una funzionalità diffusa: in più l’edificio è in sicurezza, grazie ai controlli sui solai e agli interventi portati a termine dalla Provincia” precisa la preside. Sono gli interventi per prevenire gli sfondellamenti dei solai che stanno riguardando tutti gli edifici scolastici di proprietà della Provincia e che per l’Iti hanno comportato una spesa di 80 mila euro, con lavori ultimati nei mesi di ottobre/novembre 2015.
I laboratori, come detto sono pienamente funzionanti, tanto più che vengono usati anche per attività extra scolastiche: in più si è completato un intervento per un impianto elettrico trifase, per 20 mila euro, con relativo adeguamento dei macchinari.
Passando alla problematica del tetto delle officine occorre precisare che l’intervento rientrava nel piano che riguardava la rimozione dell’amianto, per il quale era stato ottenuto un finanziamento di 1 milione. L’operazione si è conclusa per quanto riguarda l’intervento principale sul tetto dell’edificio scolastico senza alcun problema. Invece, come precisano i tecnici della Provincia, al momento della rimozione dell’amianto dal tetto delle officine sono stati riscontrate problematiche relative alla staticità della copertura. Provvedere alla copertura in attesa dell’intervento finale avrebbe comportato una spesa inutile. Per poter ovviare al problema staticità è stato chiesto al ministero di poter usare la cifra di 250 mila euro, proveniente dal ribasso d’asta. Per poterlo fare occorre l’autorizzazione ministeriale poiché i fondi messi a disposizione erano stati previsti per altra finalità (la rimozione dell’amianto per l’appunto).