Michele Santini vuole tornare al suo posto di lavoro e vuole farlo il prima possibile. Per questo il cavatore ha chiesto a Fillea Cgil, il sindacato a cui è iscritto, l’assistenza legale per portare all’attenzione di un giudice la lettera di licenziamento che gli è stata recapitata una settimana fa da Escavazioni Polvaccio. Nei prossimi giorni dunque Santini avvierà un’azione legale per attivare una procedura d’urgenza di reintegrazione al posto di lavoro: lo annuncia il segretario di Fillea Cgil Roberto Venturini, spiegando che il desiderio del cavatore è quello di «tornare alla sua occupazione» e di contestare quello che, secondo il sindacato, è un «licenziamento discriminante». Lo sciopero di giovedì, che ha visto l’adesione dell’80% dei lavoratori del settore, è stato dunque solo il primo passo e la battaglia di Santini proseguirà per le vie legali. Questo, ovviamente, a meno di una retromarcia della Escavazioni Polvaccio di Franco Barattini magari “incentivata” dall’Associazione Industriali più volte chiamata in causa dai sindacati. Una settimana fa l’azienda aveva recapitato a Santini una lettera di licenziamento per «riassetto organizzativo dell’azienda» dovuto all’«attuale sfavorevole situazione economica finanziaria derivante dal protrarsi dei lavori al monte e dalla mancata produzione di materiali vendibili». Le motivazioni erano state istantaneamente contestate sia dal lavoratore sia da Fillea Cgil, alla luce degli accordi tra Escavazioni Polvaccio e Omya che garantiscono alle scaglie provenienti dall’azienda di Franco Barattini un mercato sicuro (quello del carbonato di calcio) anche nei momenti in cui la montagna è meno generosa per quanto riguarda i materiali di pregio. La Camera del Lavoro, con il sostegno di Feneal-Uil e Cobas Marmo, si era dunque rivolta ad Assindustria per chiedere il ritiro del licenziamento. Davanti al “niet” di Barattini, giovedì è scattato lo sciopero e un durissimo attacco all’associazione di viale XX Settembre, accusata dalla Cgil di aver licenziato Santini in risposta alla raffica di controlli sulla sicurezza in cava effettuati da Asl nelle ultime settimane.