Il commercio dà segnali di miglioramento, ma la crisi non è ancora finita. Nonostante il ritorno in territorio positivo di consumi e vendite, i negozi tradizionali continuano infatti a diminuire: tra gennaio ed agosto di quest’anno in provincia di Massa Carrara hanno chiuso 50 attività a fronte di 23 nuove aperture con un saldo negativo di 27 unità. Questo il quadro che emerge dall’Osservatorio di Confesercenti che ha analizzato i flussi di iscrizioni e cessazioni al 31 agosto in provincia e nel capoluogo. Un dato negativo nel complesso ma con alcuni settori che registrano una netta inversione di tendenza: su tutti quello dell’ambulantato, mentre tiene la ristorazione. “Rispetto agli scorsi anni – spiega Paolo Arpagaus, presidente Confesercenti Massa Carrara – il mercato interno mostra qualche segnale di miglioramento, ma per i negozi tradizionali è sempre una fase difficile. Aumentano le aperture in alcuni settori, ma l’emorragia di chiusure non si arresta. A pesare sui negozi tradizionali sono soprattutto la deregulation delle aperture delle attività commerciali: il regime attuale, che prevede la possibilità di rimanere aperti 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, è insostenibile per i piccoli negozi, che continuano a perdere quote di mercato a favore della grande distribuzione. Se non si modificherà la normativa, i negozi non agganceranno mai la ripresina dei consumi e continueranno a chiudere”.

tabella aperture chiusure al 31 8 15 commercioAnalizzando nel dettaglio i singoli settori, spicca il dato relativo agli ambulanti: saldo positivo di 36 unità in provincia e di 4 nel capoluogo. Più uno invece per la ristorazione sia in provincia che nel capoluogo. I bar segnano invece un segno leggermente negativo (meno 1 e meno 3), ferme le strutture ricettive con una sola apertura in otto mesi sia in provincia che nel capoluogo. Non ripartono ancora l’abbigliamento e le calzature che chiudono i due quadrimestri con un meno 12 in provincia, mentre a Massa si registrano 4 nuove aperture e solo 2 chiusure. Meno attività commerciali vuol dire sempre più fondi sfitti. Un fenomeno anche a Massa Carrara sempre più evidente. Per il Presidente Arpagaus uno dei problemi è anche il caro affitti. “Canoni ormai insostenibili soprattutto in proporzione ai volumi di affari ancora in calo. Per agevolare il ripopolamento di botteghe abbiamo proposto l’inserimento nella prossima legge di stabilità di una norma che permetta di introdurre canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti di locali commerciali. In questo modo si favorirebbe – aggiunge il presidente – la ripresa del mercato immobiliare, dando allo stesso tempo nuovo impulso alla rinascita del commercio urbano e delle botteghe”. Con vantaggi per tutti. Conclude Arpagaus: “Il proprietario dell’immobile godrebbe di un beneficio fiscale, le attività commerciali corrisponderebbero un canone ridotto. E per i Comuni un doppio investimento: sociale, con il ripopolamento commerciale, e fiscale. Secondo le elaborazioni dell’ufficio economico Confesercenti, con l’introduzione di un canone concordato e cedolare secca potrebbero rinascere, nell’arco di due anni, circa 190mila negozi”.