L’aula l’approva con 29 favorevoli e 6 astenuti su 35 votanti. Stefano Scaramelli, presidente della commissione Sanità e sicurezza sociale: “Su questa legge nessuno potrà avanzare deroghe o proroghe, abbiamo fatto un buon lavoro, nell’interresse supremo di salvare le vite”
Firenze – Nuova legge in Toscana in materia di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni nell’ambito della pratica fisica e sportiva. Lo ha deciso il Consiglio regionale – come ultimo atto della seduta di ieri, martedì 6 ottobre – registrando il voto favorevole di 29 consiglieri su 35 votanti, con l’astensione dei 6 del gruppo della Lega nord. Il nuovo testo – frutto di un approfondito lavoro svolto in commissione Sanità e sicurezza sociale, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) – sostituisce in pratica la normativa del 2013, cui non era mai seguito un regolamento di attuazione, come spiegato in aula. Da qui la necessità di presentare “una legge ex novo, per fare chiarezza sulla dotazione di questi strumenti salvavita, definendo non solo il termine per la dotazione di tali generatori di impulsi, ma anche la formazione del personale autorizzato all’uso durante lo svolgimento dell’attività sportiva”. Nel corso della presentazione dell’atto, il presidente Scaramelli, scorrendo gli undici articoli della legge, ha messo nero su bianco i punti cardine, a partire dal termine del 1° luglio 2016, che vedrà scattare le sanzioni per società, enti e associazioni che gestiscono impianti sportivi e non si saranno dotati dei defibrillatori. Una mediazione trovata grazie ad un emendamento proposto da Scaramelli e sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari. In tema di formazione – come specificato in un ordine del giorno collegato (a firma Mugnai, Quartini, Marras e Sarti) – si invita la Giunta a impegnarsi perché siano le Asl a farsene carico, non gravando sulle società sportive. Grazie alla nuova legge, inoltre, l’obbligo scatta solo sugli impianti sportivi e semplifica l’iter burocratico: i gestori non saranno più obbligati a produrre e inviare la documentazione, ma solo alla tenuta, presso l’impianto, del fascicolo contenente il materiale relativo al defibrillatore.
“Su questa legge nessuno potrà avanzare deroghe o proroghe, abbiamo fatto un buon lavoro, nell’interesse supremo di salvare le vite, tenendo aperti gli impianti sportivi e dotandoli di defibrillatori semiautomatici, andando incontro alle esigenze dei gestori, eliminando la burocrazia”, ha sottolineato Scaramelli, che nel corso del dibattito in aula ha continuato la propria opera di mediazione.
Paolo Sarti (Sì) si era infatti soffermato sulla necessità di mettersi in regola da subito, magari facendo scattare le sanzioni in un secondo tempo: “in medicina quando si tratta di intervenire occorre farlo con tempestività”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Andrea Quartini (M5S) che, dopo aver riconosciuto quanto sia stato caratterizzato da unità di intenti il lavoro in commissione, ha parlato di necessità di usare i defibrillatori e di “impianto di legge buono”.
Per Stefano Mugnai (FI) “se vogliamo che norme come questa non rimangano leggi bandiera, occorre creare le condizioni per un obiettivo condivisibile da tutti: presenza dei defibrillatori nelle strutture sportive e personale addetto, preparato con corsi in economia organizzati dalle Asl”.
Nicola Ciolini (Pd) è stato chiaro: “la legge crea un circolo virtuoso non solo nell’interesse delle società sportive, ma nella garanzia di salute per chi pratica attività fisica, con benefici per la collettività”.
Anche Enrico Sostegni (Pd), dopo aver apprezzato il lavoro costruttivo svolto in commissione e auspicato un voto unanime, “per dare un segnale importante a chi ci guarda da fuori”, ha spiegato la filosofia della legge: “il tessuto della Toscana è sensibile all’uso dei defibrillatori ed a noi non interessa tanto la sanzione da applicare, quanto poter accompagnare la diffusione di strumenti in grado di salvare vite”.
Paolo Bambagioni (Pd), favorevole alla legge sia in commissione che in aula, ricordando i 10 mila impianti sportivi della Toscana, si è soffermato sul problema della gestione.
Manuel Vescovi (Ln), riconoscendo il lavoro di mediazione svolto sia in commissione che in aula, ha annunciato il passaggio, per il proprio gruppo, da voto contrario ad astensione.