Lutto nel mondo dello sport. E’ morto a 73 anni Piero Cerù, campione italiano di boxe, categoria superleggeri, nei primi anni Settanta.
La sfida delle sfide la disputò in uno stadio dei marmi pieno all’inverosimile per il campionato italiano contro Romano Fanali. Migliaia di carrarini lo incitavano all’urlo di “Ceru’ butl zu'” e “Cerù smorza i fanali”.
Un titolo nazionale difeso da Cerù per ben 13 volte e, per poco, non bissato da quel titolo europeo che sfiorò a Parigi. Erano i primi anni Settanta, Piero Cerù, con i suoi guantoni consumati, ha portato il nome di Carrara in tutto il mondo.
Sabato 26 settembre verrà sepolto nel cimitero di Turigliano. Il rito funebre verrà celebrato alle 15 nella chiesa di San Pietro a Avenza.
Pierò Cerù si è spento dopo una lunga malattia. Un male che lo ha minato nel fisco, costringendolo negli ultimi due anni a vivere praticamente inchiodato in un letto,circondato dall’affetto della moglie, Mirella Bedini e delle figlie, Jolanda e Cinzia.
La carriera da sportivo di Cerù è cominciata presto: prima il lavoro di fornaio, poi gli allenamenti in palestra. Era entrato nella categoria dei superleggeri. Il suo score ha fatto sognare mezza Carrara: ha disputato 66 incontri, ne ha vinti 32 (12 per Ko), pareggiati sette. Si era ritirato dal ring il 18 agosto del 1978 e aveva lavorato come operaio ai Nuovi Cantieri Apuania.