Turano ARUvinata? No grazie! Questo il messaggio chiaro e inequivocabile che proviene dalla frazione dove cittadini hanno deciso di costituirsi in Comitato civico per far sentire ufficialmente la loro voce.

Preoccupa il fatto che molti a Turano non sanno ancora che cosa prevedono come interventi di cementificazione le quattro ARU che ricadono in un fazzoletto di terra compreso tra via del Papino e le scuole elementari. Molti non sanno ancora ad esempio quale è l’impatto previsto in termini di impermeabilizzazione del territorio dalla realizzazione di nuove unità imobiliari, parcheggi e viabilità, nessuno sa ancora come potrà ripercuotersi tutto questo nella viabilità interna al quartiere, soprattutto a valle dell’Aurelia.

C’è un peccato originale di comunicazione che aleggia su tutto questo: una mancata informazione e condivisone preventiva e partecipativa dei dettagli dell’operazione nuovo regolamento. Si è iniziato a sapere solo a carte scoperte e grazie a chi è più intraprendente su internet.

Ci dicono di non chiamarla cementificazione: vediamo i dettagli. Nei 28892 metri quadrati totali delle quattro Aru è prevista l’edificazione di 62 unità immobiliari di cui 57 in edifici a 3 piani e 5 a 2 piani per un totale di 5322 metri quadrati (di cui 1522 da recupero). Saranno realizzati parcheggi per 5623 metri quadrati, nuova viabilità per 2716 metri quadrati, verde pubblico per 6581 metri quadrati e privato per 500.

In termini di territorio questo si traduce in un aumento della impermeabilizzazione delle superfici che parte da un minimo del 35 % con possibilità di arrivare fin oltre il 70% (la variabilità dipende dalle pertinenze dei fabbricati). Ci diranno entro i limiti. Ma è stato fatto calcolo una qualche ipotesi sull’impatto idraulico anche alla luce dell’evidente tropicalizzazione del nostro clima?

Gli interventi di viabilità appaiono di nessuna utilità ma finalizzati solo alle nuove costruzioni, così come i parcheggi: una rotonda davanti alle scuole elementari con nuova strada di 9 metri che va a morire in via Renaccio di fronte al muro storico del “Seminario”, una nuova strada che dovrebbe collegare via Quercia a Via San Remigio di sotto ma che di fatto muore all’interno delle nuove edificazioni e porterà solo, grazie ai nuovi immobili, un aumento di traffico, inquinamento ed anche caos in una strada non nata per sopportare quei volumi con uno sbocco impossibile  verso via del Papino e Aurelia o verso via delle Gorine, sulla quale pende la spada di Damocle di una chiusura (leggendo le carte) dovuta alla realizzazione  della rotonda prevista all’ingresso lato mare del cimitero, e che servirà da innesto alla disegnata variante Aurelia. Il traffico sarà portato a ridosso del cancello lato mare, eliminando di fatto il secondo accesso.

Turano ne aveva davvero bisogno? Ci vengano a dimostrare l’utilità sociale postuma di questi interventi. In Comune hanno fatto la valutazione di impatto sociale? Cosa ha causato in termini di ansia, preoccupazione ma anche di futuro esborso di moneta perché se sarà vero che per le osservazioni potrà essere prevista una modulistica facilitata è ancor più vero che ci sarà bisogno di un professionista perché possano essere pertinenti e avere chance sul versante della accoglibilità.

E sulla possibilità di espropri occorre chiarezza: non è vero che non sono previsti. Lo sono eccome: fin dalla legge regionale di riferimento che stabilisce casistica e modalità. E una legge superiore non può essere né derogata, né ignorata.

Due gli obiettivi del comitato civico di Turano: fare quello che non ha fatto il comune, informando i concittadini, chiedere lo stralcio e l’eliminazione delle quattro Aru e una rivisitazione della viabilità, così come ipotizzata, a sud del cimitero.