Un normale posto di blocco, giusto per controllare i documenti di qualche persona e fare due verifiche alle vetture. Sembrava un lavoro di routine quello della pattuglia della polizia, invece uno degli agenti in servizio ha dovuto estrarre la pistola e sparare un paio di colpi in direzione di una vettura che, dopo non essersi fermata davanti alla paletta, era fuggita a tutta velocità. Uno dei proiettili probabilmente ha centrato uno pneumatico e l’uomo che era al volante ha perso il controllo andando a sbattere contro un muretto. Nonostante l’incidente, lui e l’amico che sedeva sul sedile accanto al suo, sono scesi dalla macchina e hanno continuato la fuga a piedi. La stessa cosa hanno fatto i poliziotti che si sono messi a correre a più non posso, piombando due fuggiaschi dopo poche centinaia di metri (qualcuno ha detto che è stato esploso un altro colpo di pistola per intimidire la coppia). Una volta presi l’automobilista e il passeggero sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. A piede libero. Nulla è stato trovato a bordo della vettura che potesse far pensare a qualche traffico illecito (stupefacenti?) oppure a furti negli appartamenti (nel bagagliaio non c’era neppure un cacciavite). Ma perché scappavano allora? Sono in corso indagini, ma l’impressione è che richiederanno parecchio tempo.
Comunque la scena cominciata in via Baracchini e conclusa in via Bozzone ha spaventato parecchie persone che loro malgrado si sono trovate nel bel mezzo di un inseguimento stile film poliziesco anni Settanta, con tanto di colpi di arma da fuoco. Erano le 18 di lunedì e il servizio della volante era quasi terminato, quando l’utilitaria è arrivata a velocità sostenuta. A bordo c’erano due persone, ed era evidente che si trattava di stranieri. Così uno degli agenti ha intimato, con la paletta, l’alt. La vettura prima ha rallentato come se volesse effettivamente fermarsi, poi è ripartita a tutta velocità. Sfiorando il poliziotto, che si è salvato dall’investimento soltanto grazie alla sua prontezza di riflessi. Da lì il pandemonio con la macchina che sfreccia senza tenere conto dei passanti. Poi la pistola e l’incidente. Un botto tremendo contro un muretto di recinzione di una villetta: il cofano si è piegato tanto è stato forte l’urto. Infine la corsa a perdifiato, fino a che non è scattato il fermo. Poi quando la volante ha capito che quei due non avevano (almeno in quel momento) niente da nascondere la conclusione è stata una denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. I due tunisini comunque sono stati interrogati a lungo, risiedono in Italia da parecchi anni e hanno un regolare permesso di soggiorno.
Ma allora perché stavano scappando? Gli inquirenti hanno anche pensato che non avessero l’assicurazione della macchina in regola e che quindi volessero evitare il sequestro del mezzo. Ma dai primi accertamenti pare che invece i documenti fossero in regola. Giusto per infittire il mistero.
il tirreno