Sanatoria in arrivo per le casse dei partiti. Con una “leggina” il Parlamento potrebbe evitare che i fondi 2015, distribuiti in base ai rendiconti 2013, rimangano nei forzieri della Camera. Difficile ciò avvenga entro la scadenza del 31 luglio ma, anche se con ritardo, l’importante per i partiti è che prima o poi l’assegno venga staccato. Il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito, ma la sua cancellazione sarà effettiva solo dal 2017, quando diventeranno protagoniste le contribuzioni volontarie e il meccanismo del 2xmille.
Fino ad allora il finanziamento dei partiti continua dunque ad esistere ma a patto che una commissione per la trasparenza verifichi ogni anno la correttezza delle spese effettuate. Commissione, però, che ad oggi non è operativa, così come i suo componenti hanno reso noto, a causa della mancanza di personale. Per poter accedere alle risorse di cui i partiti hanno diritto secondo la legge, ecco allora che il Parlamento ha messo a punto un provvedimento con il quale si provvede ad assegnare un gruppo di revisori dei conti alla commissione incaricata di passare ai raggi x le spese dei partiti.
Ma i tempi stringono e così è spuntata la sanatoria. La novità è stata messa nero su bianco da Teresa Piccione (Pd), relatrice al provvedimento all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera e prevede appunto che fatture e scontrini presentati a corredo dei bilanci dei partiti non debbano essere passati al setaccio.