nota del Sindaco di Massa Alessandro Volpi
Finalmente, dopo trentacinque anni, Massa ha adottato un Regolamento Urbanistico. Al termine di una lunga discussione, che ha impegnato sette sedute fiume del Consiglio Comunale, è stato varato il principale documento di pianificazione urbanistica, che la nostra città attendeva da troppo tempo e senza il quale è davvero impossibile immaginare qualsiasi idea di presente e di futuro. Molti dei ritardi che questo territorio sconta sono dipesi proprio da tale mancanza che da un lato ha favorito uno sviluppo del tutto disorganico mentre dall’altro, in maniera paradossale, ha bloccato ogni iniziativa virtuosa. Senza uno strumento urbanistico poi non è stato possibile realizzare neppure quegli interventi indispensabili alla vita dei cittadini, che avevano ed hanno bisogno non di grandi opere ma, prima di tutto, di poter migliorare le condizioni delle loro abitazioni. Ora questo vuoto è stato colmato e si apre il percorso che riporta Massa in condizioni di normalità rispetto ad altri territori. I criteri ispiratori del nuovo Regolamento Urbanistico sono essenzialmente quattro. Il primo è costituito dalla decisa volontà di evitare il nuovo consumo di suolo favorendo il recupero dell’edificazione esistente attraverso molteplici prerogative fino ad ora per molti versi impraticabili; dalla riduzione dell’unità minima abitativa, differenziata da zona a zona, alle possibilità di frazionamento, al tanto atteso recupero dei sottotetti, agli ampliamenti, alle ristrutturazioni e ad un complesso di altri interventi in grado di rispondere in maniera razionale alla domanda di abitazioni dei nostri concittadini. Il secondo aspetto, connesso al primo, è dato dalla scelta di non consentire nuova edificazione nelle zone a rischio idraulico per evitare che le tante fragilità ambientali della nostra terra vengano ulteriormente e pericolosamente appesantite. Anzi, lo sforzo posto in essere dal Regolamento è quello di utilizzare tutte le leve possibili per ridurre sensibilmente il rischio idrogeologico con interventi mirati, finanziati con i contributi dei privati. Il secondo criterio è rintracciabile nell’obiettivo di favorire la ripresa economica. Era davvero impensabile immaginare qualsiasi dinamica economica senza avere norme chiare che regolassero il fondamentale comparto turistico e l’altrettanto decisivo comparto manifatturiero. Senza una pianificazione urbanistica, come era possibile recuperare le colonie, valorizzare gli alberghi, i campeggi e gli arenili? Il Regolamento fa tutto questo; concepisce il recupero delle Colonie, trasforma e innova il comparto dei campeggi, mettendo finalmente mano al mercatino e alla viabilità, rende possibile l’espansione e il salto qualitativo degli alberghi, disegna un futuro migliore per le nostre spiagge. Per l’area della Zona industriale sono state scritte regole che permettano la semplificazione e l’attrazione degli investimenti, limando ogni limitazione inutile e, al contempo, puntando a catalizzare investimenti di qualità. Anche il settore commerciale trova uno spazio specifico con la definizione di un’area destinata a tale attività e con lo sforzo di recuperare il commercio di vicinato come elemento sociale importante. Il terzo criterio è quello di migliorare la qualità della vita della città, creando nuovi spazi di aggregazione e nuove piazze nei quartieri, rispondendo all’enorme fame di parcheggi, dando vita ad arterie capaci di alleggerire il traffico e favorendo il ripopolamento di zone oggi in sofferenza come quelle di montagna per ripristinare un’idea più collettiva di comunità. Il quarto criterio ha mirato a dotare la città di una quantità importante di residenze sociali per dare una risposta non solo alla pesante emergenza abitativa ma soprattutto alle tante coppie e ai tanti singoli in difficili condizioni economiche e alla ricerca di un’abitazione. Dunque, con l’adozione del Regolamento urbanistico, Massa ha finalmente compiuto un passo decisivo nel futuro.
Amministrazione Comunale di Massa
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intervento di Stefano Caruso – Italia Unica –
Sette giorni di Consiglio Comunale programmati, e sette sono stati.
Un lavoro di alta precisione chirurgica, come il Regolamento Urbanistico, per razionalizzare i tempi e riuscire, poi, anche a votare il bilancio.
Questa premessa è fondamentale per far capire quanto Sindaco e Giunta sarebbero stati in forte difficoltà se una certa parte della minoranza avesse fatto il suo ruolo “politico” e non di facciata. Ben tre Consigli comunali sarebbero saltati a causa dell’assenza di quella maggioranza che si dice coesa “a parole”, ma nei fatti è lacerata e smembrata da lotte interne.
La vittoria di Davide contro Golia.
Ma a molti, si vedrà poi, è tornato comodo questo ruolo di stampella per poi, avere un rigurgito di orgoglio e votare contrario quando i giochi erano fatti e la maggioranza era stata richiamata ad incollarsi alle sedie per portare a casa questo risultato.
Abbiamo anche visto quello che non si farebbe per rivendicare uno scranno dietro il banco del comando.
E mi riferisco a SEL e Rifondazione Comunista.
Partiti che hanno da sempre fatto lotte agguerrite per l’ambiente e la salvaguardia del territorio.
Addirittura con SEL della quale, passata all’opposizione (ma quando mai?), in 7 giorni non si è percepita la presenza se non, guarda caso, durante una votazione decisiva sul comparto Quercioli in cui la sua astensione (ripeto, dice di essere all’opposizione) non permette ad un emendamento di “salvare quell’area da ben 106 nuovi alloggi.
Ma si, un sorrisino di gaia contentezza per la bravura dimostrata, e si riparte.
Occupiamoci di questo Regolamento Urbanistico.
Uno strumento, abbiamo già detto, necessario, ma partito con il piede sbagliato: la mancanza di trasparenza, ma soprattutto FIDUCIA, del Sindaco nei confronti della parte politica.
Di maggioranza in primis, che lo ha dimostrato attaccandolo più volte e mettendolo in difficoltà con emendamenti scomodi e politicamente avversi alle sue decisioni originarie, ma dell’opposizione poi che, per quanto attiene Italia Unica, ha dimostrato di avere ben chiare le idee su certi aspetti del RU proponendo 6 emendamenti di cui 5 totalmente recepiti.
Sul sesto sembra ci sia stato un intestardimento del Sindaco che non ha voluto recepire una partita lasciata aperta dagli artt. 207 e 208 della L.R. 65/2014.
Ma nel merito abbiamo fatto eliminare qualsiasi possibilità di eseguire lavori in muratura negli stabilimenti balneari, impedito che fossero tagliate senza essere sostituite le piante di via Dorsale, abbassato la dimensione della metratura degli orti amatoriali per realizzare i ricoveri attrezzi, adeguato i termini di calcolo del valore perequativo dell’art. 120, ridotto le distanze dei confini tra gli stabilimenti balneari.
Riteniamo che l’apporto potesse essere migliore e maggiore, se solo avessimo avuto il tempo di studiare nei minimi dettagli la documentazione.
Il dibattito politico in assise ha scoperto i punti critici.
Il primo, che permea tutto il regolamento, la subordinazione di ogni opera pubblica alla perequazione con il privato: i 110 ambiti sono un rapporto di “do ut des” laddove si fa costruire PER la necessita di avere un parcheggino, un po’ di verde, un allargamento di strada.
Ma si edifica.
Altrove, la longa manus blu delle carte idrogeologiche, ha di fatto bloccato il territorio, senza possibilità di pianificazione e di costruzione se non si rimuoverà il vincolo.
Arriviamo agli ambiti.
Qua si è aperta la prima partita dei conflitti d’interesse: anticipatori (vice sindaco), provocatori (Ortori), susseguenti (Brizzi, Fruzzetti e Raffi) e ritardatari (Anghelé).
Entrando, invece, nel merito, si sono avute le folgorazioni come sulla via di Damasco.
Aree sportive che diventano parcheggi per far costruire un bel complesso residenziale di 26 appartamenti a Marina; aree verdi di scuole d’infanzia trasformate, anch’esse in parcheggio; un’improponibile asse viario ai Quercioli che vedrà spuntare come funghi 106 appartamenti; un parcheggino realizzato, su emendamento, in via Carducci ed un altro a Forno.
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