Si erano conosciuti su Facebook, attraverso amicizie comuni. E quasi subito hanno scoperto di avere tanti interessi condivisi, da alcuni cantanti pop al genere di film che adoravano guardare. Insomma, la storia è abbastanza scontata: prima qualche mi piace alle fotografie che postava l’altro, poi commenti sempre più audaci e infine lo scambio dei cellulari e l’appuntamento per bere qualcosa. Entrambi cinquantenni: lui massese separato col capello brizzolato e il fisico asciutto, lei emiliana un po’ più in carne, capelli scuri e sposata da quasi vent’anni. Infelice dice la donna al nuova amico. E così tra i due nasce una storia. Non d’amore, però. Come la signora scoprirà più avanti. I due cominciano a vedersi in casa dell’uomo, che vive da solo. Lei tradisce il marito, più volte, inventando impegni di lavoro: è al settimo cielo come confessa quasi tutti i giorni dal suo profilo Facebook. Non sa quello che le sta per succedere.
Lo scopre un giorno, con un messaggio Whatsapp: è il suo nuovo amore che le dice che le deve fare vedere una cosa. Altro appuntamento ed ecco che il principe si toglie la maschera. Ha fotografato i momenti di intimità che i due avevano avuto e mostra tutto soddisfatto quegli scatti. Per un semplice motivo: vuole dei soldi in cambio, altrimenti manderà tutto al marito della donna, che è all’oscuro della tresca. Lei si mette a piangere, lui però non si commuove e resta fermo sulle sue intenzioni. La cinquantenne paga una rata da duecento euro, per calmarlo. La settimana dopo rieccolo: altra minaccia («faccio vedere tutto a tuo marito») e altri duecento euro. La signora è disperata il principe azzurro (anche se un po’ attempato) che credeva di aver trovato su Internet in realtà è un mascalzone della peggiore specie. Comunque paga una seconda volta.
Alla terza richiesta di denaro però la donna decide di dire basta e così registra l’incontro e poi va dai carabinieri a raccontare quello che le sta accadendo, pregandoli di toglierle quel tipo dai piedi. Parte l’indagine, che conferma quanto detto dalla signora emiliana. Che nel frattempo sta tentando di recuperare il rapporto con il consorte, che continua a restare all’oscuro di tutto. Il ricattatore viene rinviato a giudizio e ieri mattina davanti al giudice Fabrizio Garofalo è iniziato il processo (non mettiamo il nome dell’imputato perché c’è una persona che non sa nulla di quello che è capitato). Lei ha deciso di costituirsi parte civile non solo perché vuole indietro i soldi che quel mascalzone le ha estorto con le minacce, ma anche per essere risarcita dei danni morali che ha subito.
il tirreno