incidente montignosoHa il sospetto che qualcosa non vada al tetto del suo laboratorio di scultura, teme un’ infiltrazione. Del resto la tempesta di vento della scorsa settimana non ha dato una mano: ha abbattuto parecchi alberi e messo a dura prova i capannoni. Così Augusto Angeli decide di dare un’occhiata al tetto dello studio, in una traversina di via Debbia nuova, ai Sei Ponti. Un capannone con la copertura in onduline: la struttura, però, non ce la fa a reggere il peso di Augusto, cede, si apre una falla improvvisa. È la fine: un volo di 7 metri e lo scultore finisce a terra, per lui non c’è nulla da fare. Ad accorgersi della tragedia è il figlio dell’artista: è quasi ora di cena, va a chiamare suo padre al laboratorio e lo trova riverso a terra. Chiede aiuto e sul posto si precipitano i medici del 118, ma per l’uomo, 78 anni, non c’è nulla da fare: ha battuto la testa, le fratture sul cranio sono troppo importanti.

Augusto in quel laboratorio ha tutta la sua vita: decenni di scalpello e passione. Nonostante l’età, lavora ancora: abita a pochi passi da dove scolpisce. Casa e bottega, separate da una trentina di metri e dal ponte delle ferrovia. Ieri l’anziano va in studio come fa sempre, si accorge probabilmente che c’è da dare una controllatina al tetto, vuole verificare con i proprio occhi. Sale sul capannone, 7 metri di altezza. Il tetto si rompe e Augusto precipita all’interno del laboratorio in cui per decenni ha dato forma alla sua creatività. La notizia della tragedia si diffonde in un battibaleno: da quelle parti c’è il circolo culturale “I sei ponti” con cui l’anziano collabora. Vicini, parenti e amici si precipitano nella vietta stretta stretta, una traversina di via Debbia Nuova, in cui si trova il laboratorio. Amici e conoscenti. Nella speranza che l’ambulanza riparta e Augusto possa farcela. La caduta, invece, gli è fatale.

Sul posto arrivano anche i carabinieri, di Montignoso e di Massa (il laboratorio sorge proprio sul confine tra i due Comuni). I militari ora sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente costato la vita ad Augusto Angeli.

Sconvolto anche il mondo dell’arte e della cultura: Augusto continuava a scolpire e creare, conservava, intatto, l’amore per lo scalpello e per l’arte.

La sua grande passione erano le statue di grandi dimensioni, imponenti, forti. E ieri “lo scalpellino” se n’è andato proprio nel luogo in cui la sua passione si è concretizzata in lavoro, sudore e opere d’arte.

 

 

il tirreno