carrione lavori in corsoUn nuovo allarme sull’argine del Carrione, proprio nello stesso punto dove, il 5 novembre scorso, il muro non ha retto alla pressione del fiume in piena, e ha mandato sott’acqua mezza Marina. È bastato il maltempo delle ultime ore ha far tornare la paura per una grossa infiltrazione nella aprte del muro sul quale insistono i lavori in corso.
Le piogge, abbondanti ma non eccezionali – e questo è bene ribadirlo – di venerdì sera hanno fatto alzare il livello del Carrione. L’acqua si è così filtrata proprio nello spazio fra il muro (vecchio) e le palancole che dovranno sostenere la ricostruzione. Una grossa infiltrazione che non si è riusciti a tenere sotto controllo con il sistema di pompaggio predisposto nell’ambito dei lavori in corso: e così è finito sott’acqua il laboratorio di marmo di Autolitano, in via Argine Destro, parte di quello di Furrer e di quello di Giorgio Vanelo.
Insomma una situazione che ha fatto immediatamente scattare l’allarme: tanto che, sull’argine in mattinata sono arrivati i vigili del fuoco, la polizia municipale, i tecnici del Comune e il direttore dei lavori, l’ingegner De Luca.
Nel mirino è finito e quello spazio di oltre un metro, nel quale – a causa del sequestro a cui è ancora sottoposto la parte di argine crollata – non è possibile intervenire. Insomma quel “buco”, o sarebbe più giusto parlare della parte mancante dell’argine, non può essere tappato in via definitiva perché una parte è a disposizione delle indagini, che sono ancora in corso. E lo stato dei luoghi non può essere modificato.
A dare l’allarme, dopo la notte di pioggia battente, sono stati proprio i laboratori finiti una nuova volta sott’acqua. E sul posto, il cui accesso da via Pucciarelli è ancora off-limits a causa dei lavori, sono arrivati per primi i vigili del fuoco che hanno verificato l’infiltrazione d’acqua nello spazio di muro mancante, quello che dovrebbe collegare la parte ancora in piedi con quella in via di ricostruzione dove, ad oggi, sono state fissate solo le palancole. La pompa sistemata in quel metro senza copertura non ha retto come nei giorni in cui il fiume resta a livello normale, e questo avrebbe provocato un maggiore flusso d’acqua che si è riversato nella strada e in alcuni laboratori che insistono proprio sotto all’argine che il 5 novembre scorso si è letteralmente sbriciolato.
I tecnici e i vigili del fuoco hanno accertato la presenza dell’infiltrazione sull’argine del Carrione. Ma, ad oggi, ogni tipo di intervento sostanziale e, soprattutto, permanente, è interdetto. Il muro è stato posto sotto sequestro dalla Procura all’indomani del crollo, con l’apertura stessa del fascicolo in cui, ad oggi, sono iscritti i nomi di due indagati, quello del direttore dei lavori e del responsabile del settore lavori pubblici della Provincia. Su quella parte di muro si sono concentrati i super consulenti nominati dalla Procura per fare luce sulle cause che hanno provocato il disastro del novembre scorso e, più in generale, di tutti i lavori di messa in sicurezza sull’asse del fiume Carrione.
In sostanza la falla creatosi dopo il crollo, può essere, allo stato attuale delle indagini, soltanto tappata provvisoriamente. E questo, con una nottata di pioggia, ha già provocato grossi problemi.

 

 

il tirreno