sodini dinoPil ancora giù nel 2013. (-1,3%). Caduta libera per turismo con la frenata di presenze nelle strutture ricettive (-13,8%) e commercio (-8%). Il record di export per un valore di 1milairdo 827 milioni (+1,8% rispetto al 2012, + 37% se prendiamo come riferimento il periodo 2007 – 2013) supportato dall’ottima performance dei marmi e graniti e lavorati (+12,4%) dal manifatturiero (+3%), dal peso sempre più determinante del terziario e dall’espansione della new economy (high tech, green e blue economy) tengono a “galla” l’economia del nostro territorio. 6 apuani su 10 hanno un impiego permanente (59%) che scende a 3 su 10 se consideriamo le nuove generazioni mentre resta molto alto, tra i peggiori a livello nazionale, il livello di disoccupazione (-12%). A colpire è soprattutto la disoccupazione reale, ovvero quella che comprende, oltre a coloro che un lavoro lo cercano, anche gli scoraggiati, e probabilmente non lo cerca nemmeno che ha raggiunto la soglia del 18,5% (media toscana 13,5%, media nazionale 21,7%). Nonostante la sostanziale ed evidente “voglia di fare impresa”, elemento da non sottovalutare considerando il quadro congiunturale generale (+0,2% tasso di sviluppo), è da segnalare il marcato crollo dei finanziamenti agli investimenti produttivi (-20%). Appena il 5% delle imprese si è rivolto in banca nel 2013 per chiedere un sostegno, malgrado ciò il denaro continua a costare più che altrove come già “denunciato” negli scorsi mesi dall’’Osservatorio sul credito della Camera di Commercio.

Secondo l’annuale “Rapporto Economico” redatto dall’Istituto di Studi e Ricerche il quadro economico generale presenta robusti segni di “debolezza e criticità” controbilanciati però da “incoraggianti e prolungate performance” di alcuni dei settori strategici della nostra economia e dalla crescita, se pur in termini correnti, del valore aggiunto (+ 30milioni). Il rapporto è stato presentato sabato 28 giugno nella sala convegni dell’ente camerale alla presenza degli attori istituzionali e politici del territorio, delle associazioni di categoria, a cui hanno partecipato ilSottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, i deputati Andrea Rigoni e Martina Nardi, il Procuratore Capo, Aldo Giubilaro, i rappresentanti delle forze dell’ordine. “Il rapporto purtroppo non certifica, come tutti noi vorremmo, – ammette Dino Sodini, Presidente Camera di Commercio – una svolta netta tra gli anni della crisi e della ripresa vera e propria: ci sono però non pochi segnali positivi da osservare con ottimismo. Il 2013 ha visto, infatti, in alcuni casi, il risveglio, in altri casi, il consolidamento di alcune attività, in particolare dalla seconda metà dell’anno. E’ chiaro che si tratta di inversioni di marcia che vanno rafforzate prima che si possano tradurre in un incremento occupazionale e in una ripresa della ricchezza locale. Al netto dell’analisi ci sono i presupposti per una ripresa, ma molto dipenderà anche dalla capacità di presidiare i mercati internazionali”.

E’ altrettanto evidente come il quadro di sofferenza regionale, e nazionale, abbia ripercussioni più profonde su un territorio abituato ai numeri e alla presenza della grande industria, e ora“costretto” a trovare una nuova dimensione. “Dal 2008 – prosegue Sodini – siamo assistendo ad un processo di scomposizione e, parzialmente, di ricomposizione del sistema economico, i cui effetti sono ancora difficile da qualificare. Quello che è certo che leimprese che sono riuscite a superare questo difficilissimo periodo, si sonodotate di una corazza che potrà tornargli utile quando la ripresa si inizierà ad avvertire in maniera più importante e sostenuta”.

Non pare avere ancora le forze per uscire dalla spirale negativa l’edilizia, -13,7% il fatturato e – 7,7% l’occupazione, ed il collegato mercato immobiliare scivolato ai minimi storici. Drammatica – rileva il rapporto – la situazione delle imprese artigiane dove si è raggiunto un picco negativo del -19% nel giro d’affari – il dato peggiore in Toscana – e del -9% sull’occupazione. Contrazione corposa per anche per il manifatturiero (-9,3%.). Sarà archiviato come l’anno più nero degli ultimi decenni quello del commercio che ha interessato tutti i settori (compreso l’alimentare) e tutte le distribuzioni (anche le grandi) con la sola eccezione degli hard discount, le marche private delle grandi catene distributive e il commercio on line. Non va meglio per il settore primario, l’agricoltura, che, nonostante la vivacità imprenditoriale, resta in territorio negativo (-2,5% bilancio tra aperture e chiusure). Regge la botta il traffico portuale senza però considerare la mancata movimentazione di carichi rotabili della compagnia marittima del gruppo Nieddu. L’attività è cessata nel 2013.

Merita considerazione a parte l’analisi dei settori che formano quella che possiamo definire “new economy” e che è composta da quelle realtà imprenditoriali ad alto tasso innovativo e con una propensione all’eco-sostenibilità che operano nell’hith tech, nella green economy e nella blue economy. Queste realtà rappresentano un altro importante elemento di vivacità imprenditoriale e di “reazione” del territorio. “Nuovi semi – come li ha definiti il Presidente nella sua relazione – di imprenditorialità più innovativa; nuovi modi di collaborare assieme per il bene personale ma anche della comunità. E’ compito ora delle Istituzioni renderli evidenti e sostenibili”. Nell’High Tech ad una buona tenuta del fatturato ha corrisposto una crescita occupazionale del +0,6%, con un’accentuazione di quella più qualificata dedicata alla R&S (+5%). Nella Green Economy la discriminante per reggere la crisi è rappresentata dall’inserimento nella produzione e commercializzazione di prodotti eco-sostenibili, non solo rimanendo solo nell’alveo di investimenti a basso impatto ambientalo o della certificazione di settore. Le imprese High Green Business hanno realizzato, infatti, un incremento dei ricavi del + 4,3% e dell’occupazione del + 0,7%, al contrario, quelle Low Green Business hanno visto ridurre il proprio fatturato del -5,7% e la forza lavoro del -1,9%. La Blue Economy rappresenta un segmento sempre più rilevante nel panorama economico locale, contribuendo nel 2013 al 6,4% del Pil e al 7,7% dell’occupazione. Molto importanti i rilanci di attività produttive, dai Nuovi Cantieri Apuani alla D’Avenza come gli investimenti industriali che, a differenza delle altre province, sono aumentati quasi del 15% segnando una controtendenza. Tra questi: Nuovo Pignone e l’area dell’ex Eaton la cui vertenza sta finalmente giungendo ad un lieto fine ed p destinata a produrre economie. “A sostegno di questi investimenti – invita Sodini – una nuova strategia politico-istituzionale che parli lo stesso linguaggio: il territorio nel suo insieme, può approfittare di un prossimo triennio che sipreannuncia – in questo caso con maggiore fondatezza rispetto agli anni passati – all’insegna della ripresa, per fare scelte, per esempio, tese a favorire la creazione di start-up innovative, valorizzare le pmi ad alta crescita, incentivare lo sviluppo dei cosiddetti “makers digitali” e stimolare l’aggregazione di imprese, anche attraverso i contratti di rete, o comunque iniziativesinergiche. La Camera di Commercio – assicura – farà la sua parte in questo percorso”.

Non manca, infine, un “rimprovero”, al conclamato e un forse troppo accentuato atteggiamento disfattista e passivo degli attori del territorio: “basta piangerci addosso, lamentarci, sentirci vittime e continuare ad invocare forme di assistenzialismo pubblico; questo atteggiamento non ci aiuta e non aiuta il territorio ad attrarre investimenti – conclude Sodini – Questo metodo rischia di provocare più situazioni sfavorevoli che benefici alla nostra causa. Troppe volte la rappresentazione di questo territorio e dei suoi attori imprenditoriali ne è uscita compromessa, troppo spesso questa provincia è stata ricordata sulle cronache nazionali più per situazioni negative che per aspetti positivi, comportando conseguenze incalcolabili in termini di capacità di attrazione di investimenti e persone, di immagine turistica, di affidabilità agli occhi del sistema del credito”.