I veleni scoperti dalle analisi effettuate dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sui sedimenti e sui fondali marini del litorale, apparterrebbero alla famiglia degli idrocarburi clorurati; molti derivano da materie sintetiche come insetticidi, erbicidi e solventi. È questa la pesante denuncia del coordinatore regionale dei giovani repubblicani Chiappuella che sottolinea quanto si tratti della stessa classe di composti chimici ritrovati nei famosi veleni di Seveso. La presenza di queste sostanze tossiche sarebbe stata riscontrata, in massicce concentrazioni, in alcune zone dell’areale di costa, tra cui lo specchio di mare in cui è stato deciso dalle istituzioni territoriali di costruire il nuovo porto turistico del Lavello. Anche qui l’ISPRA avrebbe infatti rilevato significative concentrazioni di idrocarburi clorurati, anche 400 volte superiori ai limiti consentiti dalla legge. Impressionanti sarebbero gli effetti sull’ambiente e sulle persone: per la loro buona solubilità nei grassi, arriverebbero infatti a contaminare le sostanze nutrienti e si concentrerebbero sempre più negli organismi viventi, come pesci e mitili, la cui ingestione quindi provocherebbe malattie immediate come allergie della pelle, danni a fegato e reni e, con il tempo, malformazioni e tumori. Insomma, se il Ministero dell’Ambiente, in seguito all’invio della documentazione nel gennaio 2009, riteneva necessario che fossero adottati interventi di messa in sicurezza e raccomandava di attuare immediatamente provvedimenti per la tutela della salute le autorità competenti, denuncia Chiappuella, non avrebbero attuato nessuna misura idonea, tanto che in quella zona, non solo è prevista la costruzione del porto turistico, ma decine di pescatori vi si recano giornalmente.