servizio completo alla pagina Telegiornale del 2/9/10
L’UOMO, UN MACEDONE CLANDESTINO AGIVA COSI’ DA ANNI NEL BRESCIANO E DA QUALCHE SETTIMANA ANCHE SUL TERRITORIO APUANO. RACCAPRICCIANTE ANCHE LA PRESENZA DELLA FIGLIA MINORENNE COSTRETTA A D ASSISTERE ALLE VIOLENZE E AI RAPIMENTI
Rapiva e violentava giovani prostitute, ma è stato fermato dalla Squadra Mobile di Massa, che ha chiuso il cerchio attorno ad un cittadino macedone, clandestino di 38 anni, arrestato nei giorni scorsi a Boario Terme in provincia di Brescia, dopo aver sequestrato due lucciole che si prostituivano sul Lungomare di Marina di Massa.
I fatti risalgono ai primi giorni di agosto: l’uomo si avvicinò una sera ad una prostituta minorenne e con la scusa di una prestazione sessuale la fece salire in auto per poi fuggire verso l’autostrada. La giovane riuscì a scappare in un’area di servizio sulla Cisa, approfittando di una distrazione dell’uomo e sporse denuncia alla Polizia Stradale. Il 13 agosto il macedone ci riprova, torna a Marina di Massa avvista la sua preda, un’altra giovane prostituta romena e la fa salire sulla sua auto, ma la ragazza si accorge subito che qualcosa non va e riesce a far partire una telefonata ad alcune “colleghe” di marciapiede, chiedendo aiuto. Saranno le due prostitute a chiamare la Polizia. La squadra Mobile di Massa, diretta da Enrico Tassi, inizia le ricerche della lucciola, ma intanto l’uomo riesca a portarla fino a Boario Terme, in un hotel e lì le usa ripetutamente violenza. Tra i particolari inquietanti della vicenda c’è anche quello che riguarda la figlia del clandestino, una ragazza minorenne coinvolta nella storia in maniera marginale, se non fosse per il fatto che assisteva ai rapimenti, nascondendosi nell’auto del padre per non farsi vedere dalle prostitute e risultando probabilmente testimone degli stupri alle donne.
Anche la seconda prostituta, dopo la notte di terrore nell’hotel bresciano, riesce a scappare, in mattinata raggiunge l’aeroporto di Verona e torna a Massa scortata dalle forze dell’ordine, poi parlerà con la Mobile. Racconta del suo aguzzino, della presenza di una giovanissima ragazza con lui e spunta anche una terza persona coinvolta, ma di cui gli inquirenti non forniscono dettagli perchè ancora libero. Tramite intercettazioni ambientali, ponti radio, frequenze telefoniche, testimonianze e appostamenti dopo pochi giorni gli uomini di Tassi, supportati dalla Questura bresciana, rintracciano il clandestino a Boario Terme, lo bloccano e lo arrestano. Era pericoloso e armato, pregiudicato, finito in carcere già sei anni fa per stupro e sequestro di persona: un fatto avvenuto nel nord Italia. I legami tra il macedone e il territorio massese potrebbero essere molti secondo il dirigente della Mobile Enrico Tassi: difficile pensare che passasse per caso dal lungomare di Marina e che non avesse complici o agganci. Le indagini continuano anche nei luoghi più frequentati dal clandestino nell’entroterra bresciano, piccoli paesi dove aveva soggiornato per qualche tempo, dove aveva rubato l’arma e le auto con cui eseguiva i suoi sequestri. L’uomo è arrivato in queste ore al carcere di Massa, la figlia si trova assistita in una struttura protetta