La crisi finanziaria continua a far sentire i suoi effetti sul territorio. Queste sono le risultanze di un sondaggio, con un campione di 150 aziende associate a Confartigianato Imprese provinciale. “Il campione rilevato” afferma il Segretario Oligeri, “è rappresentativo delle imprese del nostro territorio: il 41% è del settore manifatturiero, il 25% di aziende di servizi, l’edilizia è al 27%, mentre il 7% sono aziende di trasporti”. La crisi finanziaria si fa sentire su investimenti e accantonamenti per il 48% delle imprese, mentre il riscontro negativo su ordini e fatturato è molto ampio e riguarda ben l’80% delle aziende. Anche l’aumento delle difficoltà di riscossione si è molto acuito, il 73% delle imprese incontra problemi a riscuotere i crediti, l’85% a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento, il 54 per altre insolvenze, mentre il 6% ha problemi dovuti alla diminuzione dei clienti privati. Per quanto riguarda le banche l’atteggiamento è invariato per il 42% delle imprese, mentre il 58% del campione ha notato variazioni, in particolare per il peggioramento delle condizioni, per le difficoltà di accesso al credito, per i tempi di risposta elevati. Procedendo ad un’analisi per settori si rileva che il manifatturiero accentua i numeri della crisi aumentando le percentuali di difficoltà negli investimenti, così pure per gli effetti negativi sugli ordini e sul fatturato Aumentano anche le difficoltà nella riscossione dei crediti e, nel rapporto con le banche cala di tre punti il dato negativo. Discorso a parte merita poi l’edilizia, l’anello debole della catena economica dopo anni di crescita. Il dato più rilevante è nello scostamento percentuale di variazione nell’atteggiamento delle banche. Si arriva infatti al 45% di aziende che denunciano un peggioramento nei rapporti. La difficoltà nella riscossione dei crediti è l’altro principale fattore negativo che porta l’edilizia in testa alla graduatoria di settore. L’artigianato di servizio al contrario, vede nell’atteggiamento delle banche un dato meno negativo, e segna invece un incremento nell’impatto della crisi sugli investimenti e sulla liquidità aziendale. Al di là della crisi, le criticità riscontrate in generale dalle imprese, riguardano primariamente la burocrazia, ma non sono da sottovalutare, per gli intervistati anche i problemi derivanti dalle amministrazioni locali: per un 16% infine lacunoso è il sistema bancario, mentre l’11% imputa alla politica le responsabilità. “Le imprese interpellate chiedono all’Associazione di intervenire sulle banche e sulla Pubblica Amministrazione”, sostiene Oligeri, “Confartigianato ha indicato gli interventi prioritari nel rafforzamento del sistema dei consorzi fidi, nella revisione urgente degli studi di settore e un intervento sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione mediante compensazione tra debito tributario e credito vantato dalle imprese nei confronti del pubblico. Nei confronti degli enti locali”, prosegue, “chiediamo con forza diminuzioni dei costi di tasse e tariffe, e ritengo che il sistema politico, per come si sono espresse le imprese intervistate, dovrebbe quantomeno riflettere.”