Chi è protagonista di questa XIV Biennale? Certamente il minimalismo dell’epoca contemporanea ed il suo essere, appunto, post-monumentale. Al di là di questo concetto, che si porta dietro un’intera riflessione filosofica e sociologica che meriterebbe disquisizioni che andrebbero ben oltre un servizio da tg, da un punto di vista strutturale, a rivelarsi indubbiamente protagonista è proprio la città di Carrara. Chi naturalmente ama a dismisura il classico farà fatica a concordare con un simile assunto, sostenendo magari che si sono scelti per l’allestimento troppi luoghi in qualche modo impresentabili, non scorgendo però l’attenzione quasi maniacale di molti degli artisti partecipanti alle peculiarità forse meno evidenti ma certamente più profondamente radicate nell’anima carrarese.
E allora, oltre al marmo in quanto materiale d’elezione per grandi opere celebrative, il marmo come protagonista di una città che su di esso ha fondato secoli e millenni di storia, non solo quella con la S maiuscola, ma anche e in certo senso soprattutto quella quotidiana, fatta del lavoro in cava e nei laboratori. Infine il tentativo di gettare uno sguardo a 360 gradi su tutto l’universo dell’arte.