Tanta gente e non solo militanti quest’anno in occasione del 1° Maggio anarchico a Carrara, applausi a Giovanni Pedrazzi dei Cobas del marmo che, come di consueto ha ricordato i sacrifici dei cavatori e la perdita da parte dei cittadini di un bene tanto prezioso quanto macchiato di sangue come il marmo: risorsa depauperata da pochi seppur patrimonio di tutti. E poi dal palco, oltre a rappresentanti della federazione spagnola, Massimo Varengo, della commissione internazionale della federazione anarchica italiana e Urbano, così preferisce presentarsi semplicemente l’esule cileno che ogni anno ricorda al mondo la tragedia del popolo Mapuche, la cui lotta per la vita sembra assomigliare sempre più a quella globale: risorse primarie privatizzate dalle multinazionali che costringono popolazioni intere ad emigrare. Partito il corteo e corone posate sulle lapidi che ricordano momenti essenziali della storia locale e non solo: i lavoratori apuani in Piazza Alberica, Giordano Bruno in Piazza del Duomo, uno dei personaggi più amati dal movimento anarchico, e poi naturalmente Alberto Meschi. E non a caso quest’anno, per la prima volta, la manifestazione si è conclusa in Piazza Matteotti, proprio davanti a quel Politeama di cui la città intera attende il ripristino, così come gli anarchici quello dello storico salone al primo piano, donato loro all’indomani della Liberazione, per la strenua Resistenza condotta.