Il caso del decreto di Mussolini inviato dal consigliere Stefano Benedetti ad un dipendente comunale è arrivato in consiglio nella seduta di ieri sera; discusso a porte chiuse e a telecamere spente l’ordine del giorno presentato dai consiglieri di maggioranza relativo proprio alle esternazioni del consigliere sui dipendenti pubblici è stato approvato con 20 voti a favore e 2 astenuti sui 22 presenti in sala, condannando quindi il comportamento del capogruppo della destra per gli italiani, già denunciato dal consigliere Pierpaolo Marchi. Se da una parte l’istituzione prende una posizione ben precisa facendo capire che il ruolo di consigliere impone il rispetto per gli altri – “Benedetti è ciò che non deve essere un’istituzione” commenta il presidente del consiglio Marco Andreani – dall’altra c’è Benedetti che si autodefinisce perseguitato politico della maggioranza di sinistra. Il consiglio comunale si è trasformato in aula di tribunale per discutere, dice il consigliere, di una questione personale, ossia il diverbio tra lo stessi Benedetti e Michele Vianello, segretario accusato di assenteismo ai danni dei soldi pubblici considerato che il costo di una seduta è di circa euro 4mila euro. Per violazione della privacy il prossimo lunedì il consigliere presenterà formale denuncia contro gli estensori del documento, in particolare Lauro Giusti che lo ha presentato e il Presidente del Consiglio che ha permesso l’inserimento dell’Ordine del giorno che dice contenere “una falsa esposizione dei fatti, calunnie e diffamazioni”. Infine il consigliere annuncia di presentare, così come avvenuto a suo carico, una mozione nella quale impegnerà i consiglieri ad un giudizio e l’amministrazione comunale a costituirsi parte civile nel procedimento per peculato aperto ai danni del presidente Andreani. “Sono contento se ci sarà modo di parlarne in consiglio” replica il presidente, “così tutti potranno conoscere i risvolti di una vicenda inconsistente; voglio precisare però che per legge i dirigenti e tutti gli impiegati comunali hanno diritto, durante una causa, ad essere patrocinati dall’ente. In caso di condanna ci sarà poi la restituzione delle spese legali”. Non è così anomalo, quindi, come fa credere il consigliere che il presidente Andreani o gli altri indagati abbiano richiesto al Comune gli oneri delle spese legali.