Massa Servizi, passata o meno a Master, continua a stare sotto la lente di ingrandimento. Il nodo da sciogliere rimane uno: capire quanti soldi mancano all’appello dal 2004 ad oggi, ovvero nei 5 anni in cui Ariete avrebbe dovuto riscuotere l’Ici per il comune e per una previsione di 12 milioni e 700 mila euro, di cui pare non ci sia traccia per più della metà. Ma mentre di questi dati dovrà dar conto prima o poi l’Amministrazione, su una questione Francesco Sinatti, battitore libero della politica locale, chiede conto al sindaco: la procedura di autotutela, un atto di autodenuncia avviato dalla Giunta attuale il 16 aprile del 2009, contesta la discrezionalità del socio e l’affidamento senza gara pubblica; la gestione errata del servizio ridotto a pura committenza nel riaffidamento ad altri soggetti tra cui Ariete spa, sempre senza gara e la natura fiduciaria delle partecipazioni di Ariete senza che vi siano state comunicazioni all’amministrazione. Ma, spiega Sinatti, “il rinnovo della convenzione è stato votato il 31.5.2005 dal consiglio su proposta della passata giunta, con la legittimità dei dirigenti; in quella famosa seduta votarono a favore numerosi consiglieri sia di maggioranza che di opposizione tra cui otto fra assessori e consiglieri dell’attuale amministrazione”. Secondo Sinatti dunque, con l’atto di autotutela il sindaco Pucci ha coinvolto nella vicenda sulla legittimità di quella convenzione votata nel 2005, metà della sua giunta attuale. Pucci oggi, secondo Sinatti, ha tentato di annullare i “malefici effetti di quel rinnovo del 2005, con l’atto di revoca del mandato a Massa Servizi che ha però indirettamente favorito la perdita attuale, per prescrizione, dell’Ici 2004”. E ancora: “Pucci, nella frenesia di cancellare Massa Servizi, avrebbe creato i presupposti per un commissariamento del comune di Massa, se si dovesse accertare che l’importo Ici non riscosso, comprometterà l’equilibrio del bilancio preventivo in formazione”. In parole povere, secondo Sinatti, se il comune si dovesse costituire parte civile per il danno erariale, la posizione degli amministratori coinvolti, allora e oggi, si rivelerebbe incompatibile con il Testo Unico sugli enti locali