“Evidentemente, il nostro Sindaco non ha ancora capito qual è l’oggetto del contendere”, comunica in una nota L’Arci di Carrara, “quella che contestiamo non è la gara d’appalto, bensì la gestione dei fondi che la Comunità Europea mise a disposizione per il piano d’intervento Pic Urban II e che vide la nascita del centro Carrara Creare Underground”. Quei fondi sarebbero proprio stati rivolti alla realizzazione di un centro di aggregazione e la dicitura avrebbe sottolineato la necessità di andare incontro alle esigenze giovanili di spazi autogestiti, per la socializzazione e lo sviluppo. “Tutte le attività faticosamente promosse e svolte nel Centro”, prosegue il comunicato, “hanno sempre puntato agli obiettivi per cui il luogo è stato concepito, nell’ottica dell’autogestione e della promozione giovanile e sociale”. Dopo queste premesse, l’ARCI e le Associazioni del patto associativo ribadiscono di contestare esclusivamente il comportamento del sindaco e dell’assessorato al sociale, poiché durante vari incontri svoltisi nel 2009 il primo cittadino avrebbe sempre dichiarato di voler far proseguire l’esperienza da lui stesso definita “positiva”. In secondo luogo, secondo le associazioni, affidare un centro di aggregazione ogni due anni ad una gestione potenzialmente diversa significherebbe non volerlo far decollare mai e venire quindi meno proprio agli obiettivi Pic Urban II. Proprio per questo l’Arci avrebbe proposto al Comune la gestione a costo zero della struttura, pur di dare continuità ad un’esperienza che stava diventando sempre più soddisfacente, sia per gli operatori che per i molti utenti. “Il Comune”, sottolinea il comunicato, “avrebbe potuto procedere ad un’assegnazione diretta, per un tempo stabilito e, per i prossimi due anni, l’assessorato al sociale avrebbe risparmiato 50 mila euro, da destinare magari alle tante situazioni di indigenza, per le quali lamentiamo sempre la carenza di fondi”. L’amministrazione avrebbe dovuto infine, secondo Arci, dare, alla fine di questi due anni un suo giudizio sul lavoro svolto, di qualsiasi genere, purché fosse basato su una valutazione vera. Questa vicenda, secondo le associazioni, sarebbe solo la punta di un iceberg, che sottolineerebbe la totale inefficienza delle politiche sociali di questa amministrazione. “Noi contestiamo la mancanza di trasparenza di chi dice tutto e il contrario di tutto, e non ha un’idea chiara circa le politiche che intende promuovere sul nostro territorio”, conclude il comunicato, “I casi sono due: o i nostri politici e dirigenti che si occupano di sociale sono degli incompetenti, oppure nascondono dietro alla “correttezza formale” manovre assai poco limpide e corrette”.