Migliora l’aria toscana: in otto anni – 40% di PM10. E’ il dato più saliente che emerge dalla ricognizione compiuta da Arpat sulle concentrazioni medie giornaliere di questo indicatore di inquinamento. La presentazione da parte di Arpat dei dati sulla qualità dell’aria mostra una situazione variegata, con specifiche criticità legate in particolare alla realtà metropolitana in un quadro generale che è in progressivo miglioramento. Dai dati delle 25 centraline che fanno parte della rete regionale per il rilevamento delle polveri fini, le PM10, risulta, quindi, che il numero totale dei giorni di superamento del valore limite (che è di 50 microgrammi al metro cubo) è sceso negli ultimi otto anni passando dai 1.225 del 2002 ai 734 dello scorso anno. L’analisi nel dettaglio dei dati Arpat, per quanto riguarda le concentrazioni medie giornaliere, registra le situazioni migliori a Livorno e a Santa Croce sull’Arno, mentre quelle più critiche sono a Cascina e a Scandicci, risultate ogni anno sopra ai minimi di legge con Massa Carrara che si salva per poco. «Si tratta di dati – commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Rita Bramerini – che da un lato appaiono migliori rispetto a qualche anno fa, dall’altro non ci tranquillizzano. Mostrano comunque che la scelta della Regione di investire in interventi strutturali sta producendo effetti incoraggianti.” E una settimana fa, la Regione ha approvato la nuova legge regionale sulla qualità dell’aria che, tra l’altro, rende obbligatori i Piani di azione comunali con i quali le amministrazioni locali programmeranno interventi in sinergia con i comuni vicini. Il prossimo obiettivo regionale sarà quindi quello di rottamare i vecchi mezzi di trasporto pubblici, le vecchie caldaie e sostituirle con altre di migliore efficienza energetica e sviluppare fonti energetiche rinnovabili anche in sostituzione delle vecchie, obsolete centrali elettriche.