“Se ci fosse stata realmente una bomba in comune, forse sarei morto”. Commenta così il consigliere di maggioranza Daniele Carmassi, su una sedia a rotelle perchè disabile, dopo che ieri mattina è rimasto bloccato all’interno del palazzo comunale, mentre utenti e dipendenti comunali venivano fatti evacuare dall’edificio, per un presunto allarme bomba. In realtà, pare che non ci sia stato nessun ordine di evacuazione ufficiale perchè, viceversa, gli agenti di Polizia avrebbero per prima cosa pensato ai cittadini e Carmassi sarebbe stato accompagnato tra i primi fuori dall’edificio; il dubbio, tuttavia, al consigliere rimane, così come ad altri dipendenti comunali che si sono dichiarati sconcertati per la completa mancanza di organizzazione in caso di pericolo: “Non abbiamo un protocollo di sicurezza_ dichiarano_ non sappiamo come comportarci in casi come questo, né in caso di incendio o di terremoto; volevano che rimanessimo nei nostri uffici, ma c’è chi ha pensato ai figli, alle famiglie ed è uscito ugualmente”. Nessun ordine di evacuazione dunque, perchè nessun pericolo, ma intanto manca coordinazione tra il dentro e il fuori e nel piazzale gli agenti della Polizia Municipale impediscono a chiunque di entrare nell’edificio. Intanto, all’interno del comune, iniziano i controlli e viene disposto il blocco a porte aperte dell’ascensore e con lui scoppia il “caso Carmassi”: non essendoci scivoli affiancati alle scale, l’ascensore rimane l’unico mezzo per salire e scendere i piani del palazzo comunale; bloccate quelle porte, Carmassi è rimasto al primo piano senza poter uscire dall’edificio. “Mi hanno subito rassicurato_ continua Carmassi_ dicendomi che non c’era nessun pericolo e sono rimasto con altri funzionari ad aspettare che l’allarme rientrasse ma, a parere mio, non è del tutto normale che io sia rimasto impossibilitato a muovermi, con un presunto allarme bomba in comune”. Adesso dall’amministrazione i dipendenti si aspettano spiegazioni sulle norme di sicurezza interne, anche perchè la busta contenente i quattro proiettili e la lettera minatoria per il Vicesindaco Martina Nardi, è arrivata al quarto piano proprio nel momento del “caos da finta bomba”. Sono stati gli agenti della volante, che stavano perlustrando tutti i piani del comune, a vedere la busta sospetta appoggiata su una scrivania al quarto piano e a chiamare la Digos. Probabilmente il mittente avrebbe voluto consegnarla di fronte all’ufficio del vicesindaco, che si trova al quinto piano, ma l’ha abbandonata prima, impaurito dall’allarme bomba