“Sarà un Natale poco felice anche per i 30 lavoratori della Redcom”: non usa mezze parole il segretario provinciale della Fiom-Cgil Alessio Castelli a pochi minuti dal tavolo che si è tenuto a Palazzo Ducale con tutte le parti interessate. La Redcom, azienda torinese che produceva macchine da taglio, plasma e laser, con sede in via Dorsale, ha ufficializzato in mattinata l’istanza di fallimento e a questo punto poco resta da fare ai sindacati che appena possibile chiederanno un incontro con il curatore per capire cosa succederà e come muoversi. Quello il prossimo passo dei sindacati. Intanto, dal tavolo di questo pomeriggio, è emersa la necessità di valutare meglio in futuro i progetti che saranno presentati da ditte esterne al territorio e la volontà di mantenere il capannone della Redcom, ex Tirrena Macchina, per la sua reindustrializzazione, di procedere quindi sulla linea di aziende in difficoltà come la Eaton e di concedere lo spazio ad industrie che assumeranno gli operai, ora in cassa integrazione. E proprio per quanto riguarda il lato economico, probabilmente i lavoratori dovranno attendere almeno il nuovo anno, ma per legge, a loro spettano almeno 12 mesi di cassa integrazione. Le segreterie sindacali si muoveranno poi per ottenere un tavolo con l’assessore di competenza, ossia Raffaele Parrini, ma l’incontro dovrà tenersi al ministero avendo la Redcom sede in un’altra regione. Una volta inviata la richiesta a Roma, sarà decisa la data, ma se ne parlerà a febbraio, ha precisato Castelli.