Buonasera,

da figlia di un cavatore morto sul lavoro vi condivido il mio pensiero/sfogo dopo le parole sentite nell’intervista su Report.

Ricci Antonioli Giulia, figlia di Ricci Antonioli Roberto.

“Caro” Alberto Franchi, non è da me esprimere ciò che penso pubblicamente sui social, ma ho deciso di fare un’eccezione, perché nella vita esistono anche quelle.

Per l’amore che ho provato e provo per mio Babbo, l’indifferenza non è il sentimento che voglio far prevalere stavolta.

Sono figlia di un cavatore morto sul lavoro, quello che lei definisce “deficiente”.

Inoltre sostiene che gli incidenti che ci sono stati negli ultimi 10 anni sono avvenuti per colpa dell’operaio.

Giovedì 14 aprile 2016, quindi 8 anni fa, è il giorno in cui ho perso mio Babbo.

Bene, adesso io mi chiedo, se quel giorno in quel piazzale dove erano presenti anche altri operai oltre a mio Babbo, ci fosse stato uno dei suoi figli, avrebbe dichiarato le stesse cose?

I miei genitori mi hanno cresciuta con dei valori, mi hanno insegnato il rispetto e l’educazione verso chiunque, per questo io sarò educata anche con lei.

Mi piacerebbe soltanto sapere se le parole che ha detto riuscirebbe a ripeterle anche guardandomi negli occhi, guardando negli occhi una figlia che ha perso il proprio Babbo all’età di 20 anni per un incidente sul lavoro.

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