La Toscana investe oltre due milioni di euro destinati a promuovere il superamento dei campi e favorire l’ integrazione di rom e sinti.  Al progetto hanno già aderito alcuni comuni fra questi Carrara e Lucca oltre che Firenze con bandi di intervento che, a partire da Settembre, prevedono di contrastare l’abbandono scolastico da parte dei nomadi ed il superamento e lo smaltimento dei campi attraverso l’assegnazione abitativa. Giovanni Donzelli deputato alla camera aveva sollevato dubbi in proposito delle assegnazioni abitative che avrebbero potuto essere anche di natura pubblica. Sempre sulla stessa linea si muovono i dipartimenti toscani di FDI con voci ben note quelle di Busetto e Staccioli. La prima responsabile per il sociale, e la seconda oltre ad essere coordinatrice dei dipartimenti toscani è stata anche consiliere regionale nel passato quinquennio.

“ La giunta con il governatore Rossi fa scelte programmatiche politiche alle quali seguono responsabilità di tale natura” . Da definizione il nomade è colui che è privo di fissa dimora e residenza e che per natura non necessita di postazione fissa ma si avvale della mobilità. Una scelta di vita che la norma italiana disciplina stabilendo in 36/ 48 le ore di fermo sul territorio italiano al termine del quale, scatta l’ allontanamento. I campi dunque non possono essere permanenti ed i sindaci possono operare in tal senso applicando le ordinanze  che la legge permette. Incomprensibile dunque la linea operata dal Governatore che, in continuità con ideologie della sinistra italiana, creano complicazioni anche quando le linee guida sono esplicite. Parliamo di stime: rom, sinti, camminanti sono comunità che, come riporta anche il Sole 24 ore contano in Italia per lo 0,23% della popolazione e da dati provenienti dal Senato della Repubblica, disegno di legge 675, contano un totale di 130 mila persone mentre i campi ufficiali hanno una quota pari a 60 mila.  Il fenomeno sociale è di basso impatto, i dati lo confermano, rimane invece rilevante quello legato al degrado urbano per il quale basta applicare le disposizioni in materia. Pur trattandosi di dati circostanziali è forte invece la determinazione del Governatore di farsi carico di problematiche irrisorie mentre la Toscana piange per una sanità al collasso. La stessa Lunigiana attende ancora di essere ricevuta in commissione sanità per depositare le firme raccolte contro la chiusura dei poli ospedalieri di Fivizzano e Pontremoli e discutere nella sede opportuna di quale ruolo questi due poli rivestono per la nostra zona. Anche le disabilità toscane attendono risposte concrete a problemi reali rivolgendo l’ attenzione a quelle infantili dove da tempo si aspetta una norma che disciplini e selezioni personale qualificato che segua i bambini/ragazzi in età scolare. Anche gli stanziamenti pubblici regionali per i programmi educativi  dovrebbero essere di scopo e mirati   anziché di mero impiego di personale proveniente da cooperative che nulla hanno a che vedere con percorsi professionali di preparazione. A questo punto concludono le due anime del dipartimento FDI ci domandiamo se nella scaletta delle priorità del governatore Rossi ci sia posto anche per i toscani