Sono oltre 500 i manifestanti che hanno preso parte al corteo che, questa mattina, ha attraversato le strade di Carrara in segno di protesta per l’ennesima tragedia  in cava. A seguito dell’ultimo incidente in cui ha perso la vita  Luciano Pampana, cavatore di 58 anni, CGIL, CILS e UIL hanno proclamato per la giornata di oggi uno sciopero di 8 ore. In concomitanza si è svolta la manifestazione partita da piazza d’armi a Carrara. Il corteo verso le 10 e 30 ha fatto tappa sotto al comune, dove si è tenuta un’assemblea, durante la quale sono state lette due poesie in memoria dei cavatori morti sul lavoro. “ Insieme dobbiamo continuare questa lotta- ha dichiarato Paolo Gozzani segretario della CGIL- il lavoro deve tornare ad essere il centro. vanno migliorati i piani di coltivazione”. Subito dopo la manifestazione di Carrara, i sindacati si sono recati in prefettura. Giacomo Bondielli, della filca cisl toscana nord ha sottolineato che  “ogni volta che avviene un incidente mortale si deve procedere ad una verifica di tutti gli step operativi dell’azienda, dalla regolarità amministrativa a quella relativa alla sicurezza.  Una delle proposte – continua – è la creazione di una patente a punti: chi sbaglia paga, più si sbaglia più si va incontro a limitazioni operative, fino al ritiro della concessione. Il comune di Carrara deve verificare la correttezza di tutte le cave in attività, inserire nella normativa di sua competenza il tema della sicurezza e quella della filiera locale, compresa la definizione di forme di contingentamento”. Andrea Figaia, della cisl confederale toscana nord, rivolge al prefetto una richiesta precisa,  quella di prendere contatti con la neo insediata commissione parlamentare sulla sicurezza nei luogo di lavoro del senato, che già aveva ascoltato i sindacalisti locali, per essere aggiornata sulle continue morti bianche sul lavoro. L’età media avanza sempre più – spiega Figaia-  i nuovi operatori di cava devono essere formati in via continuativa, l’impegno per ridurre l’età pensionabile ( attualmente fissata a 63 anni)  va concretizzato subito. Infine – conclude- l’escavazione va gestita sulla base dei protocolli di sicurezza del personale, il regolamento degli agri marmiferi deve essere ambizioso ed occuparsi di sicurezza e filiera locale”.

foto La Nazione