In ricordo di un nostro eroico concittadino,  che, al seguito del generale Garibaldi, partecipò all’impresa dei Mille. Oggi ricorre infatti il 117 anno dalla sua morte che le cronache dell’epoca così rimarcarono :

“Con somma sorpresa e pari rincrescimento avemmo a constatare sabato 19 corrente che all’accompagnamento della salma di Francesco Frediani, soldato di tutte le campagne combattute da Vittorio Emanuele e da Garibaldi per l’indipendenza d’Italia, uno della gloriosa coorte dei Mille (di quelli veri), patriota, cospiratore nella Giovane Italia, ufficiale dei Bersaglieri di Lamarmora, cittadino senza vanità, funzionario dello Stato senza ambizioni, appartenente ad una delle più antiche famiglie di Massa, mancavano le autorità amministrative e le società della nostra città che solitamente dispiegano i loro labari e sciolgono il fatidico verbo sul cantare le glorie di chi ne è monco, come lo è Pasquino di Piazza Navona. Eppure Francesco Frediani meritava bene un segno visibile della estimazione a cui hanno diritto quanti hanno offerto e ripetutamente rischiato la vita per la conquista dell’unità della patria nostra, e noi non possiamo qui deplorare l’obliosa negligenza del nostro Municipio, come quella della Società dei Reduci, della Fratellanza Militare e della Società del Tiro a Segno Nazionale, le quali erano strettamente tenute ad onorare chi da anni i vessilli strinse nel pugno da Calatafimi a Custoza, dando molto di se, nulla chiedendo. Per buona ventura un uomo di cuore e di sensi eletti era presente, il colonnello Franceschi che parlò sul feretro evocando la memoria  della epopea nazionale, additando ad esempio quelli che ne furono attori e coefficienti, come lo fu Francesco Frediani, poco curato vivente, dimenticato morto dai suoi compagni d’armi, dai suoi concittadini che non valgono probabilmente quanto Lui valeva.”