Non vogliono altri profughi a Carrara, temono che possano essere assegnate loro case che attendono da anni. E così hanno preso carta e penna e scritto una lettera piena di minacce alla prefetta.
«Non mandate più profughi a Carrara. Noi vogliamo che vengano tutelate le famiglie carraresi, vogliamo che le case siano assegnate a chi, in città, ne ha bisogno. Sappiamo che lei ha a cuore la sua famiglia, per questo le scriviamo».
Questo il senso della lettera arrivata, circa due settimane fa, sul tavolo della prefetta di Massa Carrara, Giovanna Menghini.
Una lettera finita subito al centro di un blindatissimo comitato di sicurezza che, grazie a indagini tempestive avrebbe già individuato i firmatari di una missiva che è partita da Carrara. Gli autori sarebbero già stati identificati e presto – da quel che trapela da indagini che si sono svolte nella massima discrezione considerato anche la delicatezza della vicenda – verranno presi provvedimenti nei loro confronti.
All’origine del grave atto intimidatorio indirizzato alla prefetta di Massa Carrara, c’è la vicenda dei profughi che sono sttai accolti nella nostra città, secondo disposizioni della prefettura.
Nella lettera viene messo nero su bianco un “no” all’arrivo di altri profughi in città e vengono contrapposte le esigenze delle famiglie carraresi, e l’emergenza casa, alle problematiche legate all’accoglienza.
Il tema che viene sollevato, e utilizzato con un tono minatorio nei confronti della prefetta di Massa Carrara è proprio la famiglia. In un passaggio della lettera finita al centro del comitato di sicurezza convocato in tutta fretta solo su questa vicenda, si allude infatti alla famiglia della dottoressa Menghini, con una frase sibillina in cui si ricorda alla dottoressa quanto lei stessa abbia a cuore la propria famiglia. E il tono minatorio prosegue in un secondo passaggio finito al vaglio degli inquirenti: quello in cui gli scriventi, che naturalmente non si firmano, parlano di conseguenze ben diverse da quelle della missiva. Senza spingersi oltre. Ma il contenuto della lettera è bastato per far scattare i controlli dlele forze dell’ordine che, in brevissimo tempo hanno individuato i responsabili delle minacce e di fatto ridimensionato l’episodio che comunque, questo appare certo, avrà delle ripercussioni sugli autori del gesto.
Un gesto che getta un’ombra sull’ultimo atto a capo della Prefettura di Massa Carrara della dottoressa Giovanna Menghini che nel prossimo mese di ottobre andrà in pensione. Prima di quella data dovrebbe esserci la conclusione delle indagini sulla lettera arrivata sul tavolo di Palazzo Rosso nelle settimane scorse. E che sicuramente lascerà un brutto ricordo alla prefetta ormai a fine mandato.

il tirreno