Sessantotto anni, sposato, massese doc, una laurea a Pisa, dipendente dell’Asl apuana dal 1979, Tito Torri ha creato a Massa un’eccellenza che porta il nome di radiologica interventistica. Piccole sonde, chirurgia mini invasiva e le immagini radiologiche ad indicare la strada. Adesso è lui, l’uomo che ha fatto del nostro ospedale l’eccellenza regionale della radiologia interventistica,a guidare il dipartimento di diagnostica per immagini della nuova mega Asl, quella che include tutte le vecchie aziende della Toscana nord ovest, da Lucca alla Versilia, da Livorno alle Apuane.

Dottor Torri da oggi è un super primario: un incarico di coordinamento. Ce lo illustra?

«Nell’Asl apuana dirigevo il dipartimento di diagnostica che includeva la diagnostica per immagini (risonanze, eco, rx, tac ndr), la medicina nucleare, il laboratorio analisi e il centro trasfusionale. Adesso, nella nuova organizzazione sanitaria regionale, il laboratorio di analisi ha acquisito autonomia e io dirigo la diagnostica per immagini che include l’area di medicina nucleare (responsabile Nicola Mazzucca), la radiodiagnostica (affidata a Sabino Cozza) e la radiologia interventistica di cui ha mantenuto la direzione».

La radiologia interventistica, appunto. È uno dei gioielli della sanità apuana: ci spieghi di cosa si tratta.

«La radiologia interventistica consente di effettuare interventi chirurgici mini invasivi sotto la guida dell’imaging radiologico. Con questa tecnica si eseguono interventi alla carotide, a tutte le arterie periferiche e all’aorta, ai vasi biliari e ai reni. Un lavoro potenziato, nell’Asl apuana, dalla collaborazione con la cardiochirurgia vascolare. In Toscana un sistema di radiologica interventistica strutturato è qui, a Massa. E mi permetto di dire che quella struttura l’ho creata io, dai primi anni ’80 grazie alla collaborazione del professor Sicari. Proprio nel 1980 abbiamo effettuato il primo intervento transgiugulare».

Lo ricorda bene. E da allora ne è stata fatta di strada…

«Tanta, davvero. Basti pensare che adesso la radiologia interventistica apuana effettua una media annua di 1.700 interventi. E nel numero non includo tutte le biopsie guidate e gli accessi venosi».

E quali sono i vantaggi di quel tipo di chirurgia?

«Sono vantaggi rilevanti perché la chirurgia mini invasiva consente di effettuare molti interventi ambulatoriali o in regime di day hospital».

Insomma, per semplificare, un radiologo opera con la sonda e seguendo le indicazioni delle immagini radiografiche. Massa lo sa fare bene, adesso qual è il compito di Tito Torri nella mega Asl.

«Il mio compito è quello di coordinare i circa 100 medici radiologi, di creare una struttura di radiologia interventistica dove non c’è – e penso soprattutto a Livorno – e di potenziare il polo massese. Tra gli obiettivi della mega Asl c’è, infatti, quello di definire poli di specialità».

E noi lo siamo per la radiologia interventistica…

«Esatto. Già raccogliamo pazienti da altre zone della Toscana, adesso lo faremo in misura ancora maggiore».

E facciamo interventi particolari che non si eseguono in altre Asl? Ci faccia degli esempi.

«Eseguiamo, anche in urgenza, interventi in transgiugulare per raggiungere il fegato e combattare la presenza di liquido nell’addome dei pazienti con cirrosi epatica».

E applicate lo Space Oar. Cos’è?

«È una sorta di gel che, grazie alla radiologia interventistica, si colloca tra prostata e retto e funziona a mo’ di cuscinetto proteggendo il retto dalle radiazioni durante la cura del tumore alla prostata».

Un’eccellenza, ma la diagnostica un bel problema ce l’ha e sono le liste di attesa. Perché oggi nessuno dorme sonni tranquilli se non si sottopone a tac, rx o risonanza.?

«Quando mi sono laureato, l’esame di semeiotica era centrale: si imparava ad analizzare tutti i segni sul corpo per poter fare una diagnosi. Adesso dobbiamo ammettere che la tecnologia ha portato ad un depauperamento della cultura medica. Senza dimenticare che il contenzioso legale cresce e sempre più spesso i pazienti pretendono la diagnosi per immagini. Il risultato è che circa il 50% degli esami fatti (tra eco, rx, tac e risonanze) sono inutili, non necessari e questo allunga i tempi di attesa».

Certo se finalmente a Carrara arrivasse la risonanza che ancora aspetta locali idonei…

«È stata bandita la gara per realizzare i lavori. Ci tengo comunque a dire che i macchinari sono di ultima generazione. Lo sono le 2 Tac e la risonanza all’ospedale nuovo, lo è la mammografia che rappresenta un’altra nostra eccellenza. Abbiamo recentemente riconosciuto l’incarico di alta specializzazione alla dottoressa Chiara Iaccone che nel settore della mammografia è davvero all’avanguardia».

Che farà da domani? Da dove coordinerà i suoi 100 medici radiologi?

«Sarò all’ospedale della Apuane, lavorerò da qui, salvo incontrarci a Pisa per fare il punto e definire le strategie».

Per concludere: le offriamo l’opportunità di attribuirsi un merito.
«Mi attribuisco quello di guardare alla competenza, alla volontà, alla capacità. Di fronte a quelle doti, bandisco personalismi e a antipatie».

il tirreno