Sessant’anni, sposato, un figlio, carrarino doc. Una laurea alla Cattolica di Roma e tre anni di esperienza in Inghilterra, in una delle cliniche oftalmologiche più importanti d’Europa. È l’identikit di Franco Passani, l’uomo che guida l’intero dipartimento chirurgico. È lui a coordinare il lavoro di oculistica (di cui è direttore), ortopedia, urologia, chirurgia generale e vascolare, otorinolaringoiatria e week surgery. Ed è lui oggi a stendere un primo bilancio del lavoro al nuovo ospedale.
Dottore, lei è direttore del dipartimento chirurgico. In cosa consiste esattamente il suo lavoro?

«Io coordino le singole unità operative (i vecchi reparti ndr) in cui si svolge attività di chirurgia e faccio da tramite con la direzione aziendale della nuova Asl Toscana Nord Ovest che comprende le ex Asl di Massa Carrara, Lucca, Livorno, Pisa e Versilia. La nuova Asl offre un’importante occasione di confronto».
Dottore, l’ospedale delle Apuane ha introdotto l’ intensità di cure. Non ci sono più i reparti, ma due grandi aree, medica e chirugica. Come è stato il passaggio?

«È stato fondamentale ridisegnare la logistica, basti pensare al classico giro che i primari svolgevano nel proprio reparto. Adesso nell’ambito di una stessa area, medica o chirurgica, operano professionisti diversi che per questo hanno bisogno di coordinarsi al meglio. Ma il nuovo modello rappresenta una svolta epocale soprattutto perché velocizza i percorsi di diagnosi e di terapia».

Ci faccia un esempio.

«L’anziano spesso affetto da più patologie: ricoverato in area medica o chirurgica, sono i vari professionisti ad andare da lui e non il contrario. Non dimentichiamo che a fare la sanità sono i medici, ma la struttura è importante e consente di valorizzare al meglio le professionalità».

E com’è stato – e com’è – il passaggio al nuovo sistema?

«Indubbiamente tutti gli operatori sono chiamati ad abituarsi ad un modo nuovo di lavorare. L’impegno è molto, ringrazio tutti gli infermieri perché con professionalità e costanza hanno già consentito all’ospedale della Apuane di raggiungere risultati eccezionali».

Quali risultati? Ce li illustri.

«Il mio ruolo di direttore del dipartimento chirurgico mi rende tramite tra le singole unità operative (ex reparti ndr) e la direzione sanitaria di quella che oggi è la mega Asl Nord Ovest. Ho modo, quindi, di confrontare i nostri risultati con quelli delle altre realtà. E noi abbiamo motivo di essere contenti perchè siamo in linea – e spesso superiamo – gli standard».

Quindi il nuovo ospedale funziona…

«Funziona eccome, ed è andato a regime in tempi brevissimi, dimezzati rispetto a quelli degli altri ospedali gemelli. Basti pensare che negli ultimi due mesi il numero degli interventi chirurgici al nuovo ospedale ha superato quello delle operazioni effettuate nello stesso periodo del 2015 a Massa e Carrara». I numeri confermano: dal 1 gennaio al 18 marzo 2015 gli interventi sono stati 1451. Quelli eseguiti dall’11 gennaio di quest’anno, quando le 12 sale sono entrate a regime, fino al 18 marzo sono 1478.

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Dottore, quante sono le sale operatorie e come funzionano?

«Ci sono 12 sale utilizzate da tutte le specialità per cui è necessaria una rigorosa programmazione. Una sala viene sempre lasciata libera perché deve essere disponibile in qualsiasi momento per le urgenze. L’unico intervento che non viene fatto in quelle sale è il cesareo per cui sono previsti spazi dedicati. Le sale operatorie sono in funzione 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, dal lunedì al venerdì e il sabato mattina. E non dimentichiamoci che le sale operatorie sono sale nuove, con nuove strumentazioni. E questo non è mica un dettaglio. Gli strumenti sono tutti di nuova generazione».

A proposito di interventi, dal 31 ottobre a dicembre scorso, per il trasloco in viale Mattei sono stati posticipati tutti gli interventi programmati. Avete recuperato?

«Tutto il lavoro arretrato della chirurgia d’elezione (gli interventi programmati) che si è fermata a novembre e dicembre, è stato smaltito. Come dicevo in tre mesi l’ospedale è andato a regime».

Ci sta dicendo che siamo stati bravi..

«Certo e non solo per la rapidità con cui l’ospedale è entrato a regime».

Per cosa altro?

«Le faccio un esempio: siamo gli unici ad avere una struttura dipartimentale per la week surgery. Vale a dire: per la chirurgia che prevede ricoveri da un minimo di una notte ad un massimo di 5. Il fatto che quell’ambito chirurgico abbia una sua organizzazione, con la direzione del dottor Isoppi, permette di gestire al meglio le sale e il lavoro chirurgico evitando che si rallenti l’operatività della “grande” chirurgia che prevede tempi di ricovero lunghi. Senza dimenticare che siamo gli unici nell’ambito della mega Asl ad avere la chirurgia vascolare, unità operativa guidata dal dottor Giovanni Credi».

il tirreno