carabinieri arrestoLunedì si terranno gli interrogatori delle sedici persone colpite da ordine di custodia cautelare nell’operazione Scout, che ha visto impegnati il nucleo investigativo dei carabinieri e la procura (titolare dell’indagine il sostituto procuratore Alessandra Conforti). Il giudice delle indagini preliminari Antonia Aracri andrà in carcere in tarda mattinata, nel pomeriggio invece convocherà chi è stato messo ai domiciliari. Queste le persone finite sul registro degli indagati: Samuele Maggiani (Carrara), 34 anni; Alessandra Menicocci (Carrara), 35; Silvia Pucci (Carrara), 40 anni; Jessica Ginesi (Carrara), 32 anni; Andrea Galliera (Massa), 35 anni; Paolo Tongiani (Massa), 35 anni; Nicola Baratta (Carrara), 34 anni; Blel Talbi dello “Zoppo” (Tunisia), 25 anni; Zied Talbi detto “Rami” (Tunisia), 23 anni; Moez Talbi (Tunisia), 26 anni; Soufiane Talbi detto “Lungo” (Tunisia), 22 anni; Naoufil Talbi (Tunisia), 25 anni; Aymen Talbi detto “Ricciolo” (Tunisia), 26 anni; Anouer Talbi (Tunisia), 20 anni; Gabriele Rubini, alias “Peppa” (Carrara), 46 anni; Alessandra Mosti (Carrara), 52 anni; Andrea Grossi (Massa), 32 anni; Gian Maria Bandini (Massa), 35 anni.
È proprio il ruolo dei Talbi, quasi tutti legati tra loro da vincoli di parentela, a essere al centro dell’inchiesta. Erano loro a trasportare i carichi di eroina ed erano sempre loro a prelevare lo stupefacente nei nascondigli che la banda aveva disseminato lungo il territorio. Il magazzino più importante si trovava in altura, al passo del Vestito, dove i tunisini venivano avvistati dai carabinieri del nucleo investigativo. Ma soprattutto erano loro a gestire la scuderia di pusher. Tre gli uomini chiave della gang di Villa Ceci, il parco dove l’organizzazione faceva quello che voleva: il Lungo, Rami e lo Zoppo erano scaltri e sapevano come muoversi, anche quando calava il buio. Gli altri componenti della banda ubbidivano ciecamente a Biel Talbi (lo Zoppo), Soufiane Talbi (il Lungo) e Zied Talbi (Rami). Anche perché non potevano fare altrimenti. E i pusher cambiavano faccia nel giro di poche settimane, impossibile reggere alle pressioni che mettevano quei tre ai pesci piccoli. Se sbagliavano anche un’inezia venivano “processati” e subivano delle punizioni.
Il gip Aracri chiederà conto di questa condotta, per capire se qualcuno è rimasto fuori dalla retata. Difficile che la banda collabori, però. Almeno in questa fase.
il tirreno