I tablet sono così diffusi che non passa settimana senza il lancio di un “nuovo” prodotto. L’annuncio dell’americana PengPod, però, sembra portare qualcosa di diverso in un settore in cui le novità sono ormai pochissime. Grazie ai fondi ottenuti tramite un’operazione di finanziamento social andata a buon fine sul sito di Indiegogo, è iniziata la produzione di due tablet (uno da 7″ e l’altro da 10″) completamente open source e basati sul sistema operativo Linux.

«Chi è un utilizzatore appassionato di Linux avrà quasi certamente comprato un tablet Android», dice Neal Peacock, fondatore dell’azienda, «perché è un sistema aperto e ci permette di installare di tutto. Troppo spesso, però, poi scopriamo delle limitazioni che non piacciono a chi è un vero esperto. Ecco perché vogliamo dare ai nostri clienti un tablet che usi un “vero” Linux». In realtà, per essere più flessibili, i Pengpod avranno un sistema operativo doppio, Android e Linux, tra i quali scegliere al momento dell’avvio, ma poi potranno utilizzare tutti i programmi che girano anche sui computer.

La disponibilità è prevista a cavallo tra gennaio e febbraio 2013 con prezzi popolari: il PengPod 700 sarà in vendita a 120 dollari e il suo fratello maggiore, Pengpod 1000, a 185. Entrambi avranno uno schermo touch capacitivo, 1Gb di memoria RAM, una batteria molto capiente e uno slot Sd per espandere la memoria e trasferire facilmente dati e programmi. Ovviamente i numeri di vendita non saranno mai paragonabili a quelli degli iPad, in quanto questo prodotto è destinato a restare nella nicchia dei super appassionati, ma considerato il successo ottenuto nelle prenotazioni da sistemi simili come il Vivaldi (l’azienda ha addirittura chiuso la possibilità di ordinare i tablet dal sito perché sommersa dalle richieste) c’è una seria possibilità che questi prodotti trovino molti utilizzi anche in ambito professionale.