Il voto delle amministrative del 6 e 7 maggio a Carrara è stato viziato da irregolarità diffuse e per questo è necessario rivederne l’esito: lo hanno detto all’unisono sei dei dieci candidati sindaco che hanno partecipato alle ultime consultazioni, raccontando ieri, in un’iniziativa congiunta, alcune delle numerose segnalazioni di anomalie ricevute dai seggi. Racconti di simpatizzanti e rappresentanti di lista che poi, hanno detto gli ex aspiranti sindaco, sono stati confermati dalla bagarre che si è registrata in questi giorni presso l’Ufficio della commissione elettorale centrale. L’annullamento del voto di un’intera sezione, la 24,  e la discrepanza fra voti di lista e preferenze ai candidati consiglieri in 13 seggi confermate ieri  dal giudice Cosimo Maria Ferri sono quindi il punto da cui partiranno le iniziative che metteranno in campo gli ex candidati: Cesare Micheloni (Io Amo Carrara), Antonio Biggi (Lega Nord), Nicola Franzoni (Futuro e Libertà), Lanmarco Laquidara (Fli, Nuovo Psi e La Destra), Giuseppe Costa (Caccia e Ambiente) e Claudia Bienaimè (Idv e tre liste civiche) hanno annunciato tutti il ricorso alle vie legali, con modalità ancora da definire ma che passeranno, con tutta probabilità, attraverso il Tribunale regionale amministrativo e la denuncia alla Procura della Repubblica. Posizioni, quelle assunte ieri dai sei esponenti politici, in qualche caso sfumate tra loro, con visioni più o meno drastiche dell’accaduto: se la maggior parte ha contestato la regolarità delle procedure e la buona fede di presidenti e scrutatori, definendo quanto accaduto a Carrara un caso unico per la diffusione delle anomalie riscontrate, le parole più forti sono state sicuramente quelle di Nicola Franzoni che ha fatto riferimento senza mezzi termini a “brogli” e a una “manipolazione materiale delle urne”.  Al di là delle difficoltà di qualche esponente nel intraprendere l’azione legale (Costa e Laquidara hanno ammesso apertamente di non avere la possibilità economica di sostenere, da soli, un ricorso al Tar) gli esponenti dell’opposizione, fuori e dentro il consiglio comunale, si sono trovati d’accordo nel contestare la correttezza di questa tornata elettorale, impegnandosi a segnalare agli organi competenti l’accaduto: secondo i candidati, non ci sarebbero state solo irregolarità nelle operazioni di scrutinio, di competenza del Tar, ma anche brogli e un sistema di “voti di scambio”, reati che saranno denunciati alla Procura.