“Il cogeneratore a biomasse rappresenta un ulteriore strumento per attivare la filiera corta del legno. Per questo deve essere installato vicino ad aree dove si può utilizzare il bosco, renderlo economicamente vantaggioso, sfruttando ramaglie e cippato. Se per far funzionare il cogeneratore bisogna far arrivare il materiale da lontano, trasportato dai camion attraverso i centri abitati, allora stiamo sbagliando e dobbiamo pensare a una sua ricollocazione”. Il consigliere regionale Loris Rossetti, presidente della commissione agricoltura, spiega il proprio pensiero sulla realizzazione degli impianti a biomasse sul territorio regionale. “Per quanto riguarda la questione di Canevara, e la raccolta delle mille firme contro la realizzazione di un cogeneratore all’ex cartiera – chiarisce ancora Rossetti – l’analisi da fare è la stessa che vale per qualsiasi altra zona: bisogna chiarire se il cogeneratore viene realizzato in quell’area perché lì ha un significato strategico nella realizzazione di una filiera del bosco nell’area circostante. Siccome a oggi, dalle informazioni in mio possesso, sembra che sia difficile ottenere una filiera del legno nelle aree a monte, allora io sto con le mille firme. Dobbiamo pensare a realizzare l’impianto là dove può svolgere tutte le sue funzioni”. Perché il cogeneratore non deve servire solo alla produzione di energia, ma integrarsi perfettamente con un nuovo modello di sviluppo. “Oltre alla funzione primaria di ottenere energia da fonti riciclabili, l’impianto a biomasse deve servire a sviluppare una nuova cultura e cura delle nostre zone – conclude il presidente della commissione agricoltura -: ramaglie e cippato devono provenire dai boschi vicini, che vengono curati e puliti. I resti vegetali non finiscono nei corsi d’acqua e andiamo così a salvaguardare un territorio fragile, minato da un delicato equilibrio idrogeologico”.