Pesano forse più di quel piano costruito abusivamente e responsabile del collasso di una delle colonne portanti del Politeama nel 2008, i capi di imputazione che il Sostituto Procuratore Alberto dello Iacono del foro di Massa ha depositato a conclusione delle indagini.  Il legale e presidente del cda della Caprice srl Nella Pasquini e l’amministratore della società stessa, Ugo Tolaini, accusati del delitto di crollo ai danni della collettività, vengono giudicati negligenti ed imprudenti nell’omettere di eseguire gli interventi di collaudo statico e sismico imposti dalla legge e richiesti dal settore opere pubbliche del Comune nel 2005. La parte centrale dell’edificio infatti venne erroneamente  sovraccaricata, sostituendo l’originario tetto a volte così come i riempimenti in terra dei solai,  con cemento armato. Da parte sua, anche l’Amministrazione, con il dirigente all’Urbanistica Claudio Bacicalupi e l’architetto responsabile del procedimento edilizio relativo all’istanza di sanatoria presentata dalla società nel 2004, Cesare Marchetti appaiono responsabili del crollo per imperizia, negligenza ed imprudenza. Se infatti nell’istanza, la proprietaria Caprice chiedeva l’indemolibilità delle opere abusive, gli uffici amministrativi rispondevano con un’istruttoria che il Pm definisce sommaria, secondo la quale si affermava che il ripristino delle strutture originarie si rendeva impossibile, in quanto ciò avrebbe potuto compromettere la statica delle parti restanti dell’edificio. Parallelamente poi, si sosteneva che il mantenimento delle parti in cemento armato non avrebbe causato alcun danno al palazzo. In questo modo, i tecnici comunali non avrebbero rispettato la legge 1086 del 71, che disciplina le opere di conglomerato cementizio armato, né la numero 64 che regola i provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche, nonché l’articolo 36 della legge regionale 52 del 99 circa opere eseguite in parziale difformità dalla concessione. Un amministratore ed un tecnico della società, rispettivamente Maria Teresa Tongiani e Roberto Martelli inoltre si vedono oggi, insieme ai già citati Pasquini e Tolaini, accusati di truffa aggravata secondo gli articoli 110, 640 e 61, per aver simulato, nel rapporto intrapreso con gli acquirenti Volpi e Bedini che hanno poi sporto denuncia, d’essere affidabili venditori degli appartamenti costruiti al 4° piano ed omettendo l’esistenza di opere abusive. Ad aggravare la loro situazione giuridica infine vi sarebbe anche l’aver cagionato agli acquirenti un danno patrimoniale di rilevante gravità. Considerati i 20 giorni di tempo dalla notifica concessi agli indagati ed ai loro legali per produrre documenti e memorie in grado di discolparli, ultimo giorno utile sarà proprio domani 13 luglio. In attesa quindi di seguire gli sviluppi della vicenda e conoscere le intenzioni dell’Amministrazione e del primo cittadino, al tempo degli ultimi fatti assessore all’Urbanistica.