Saluto con entusiasmo la genialità inconsapevole di Paul McCarthy, il re dei dissacratori che sta facendo realizzare a Carrara la maxi-cacca in travertino che sarà esposta nella prossima Biennale di Scultura. Sono infatti certo che l’autore non se ne rende conto, ma nonostante questo sta realizzando un monumento all’arte contemporanea, o almeno a quella parte di essa che rifiuta i canoni estetici tradizionali e pretende di proporre come unica forma d’arte manufatti caratterizzati da forme e significati di rottura rispetto ad una società di cui invece è legittima erede. “La società di oggi – dice McCarthy –  tende a nascondere le cose sconvenienti, le rimuove, e io invece ne faccio una scultura”. Insomma per essere artisti occorre essere sconvenienti, dissacratori, provocatori.

Buon per lui. Io continuo a credere che oggi a fare veramente  notizia sarebbe la riproposizione di forme classiche, magari reinterpretate, e il recupero di paradigmi estetici abbandonati perché tecnicamente irraggiungibili e irripetibili. Ma l’arte è comunque discrezionalità assoluta e per questo anche una maxi-cacca, che in realtà è concettualmente ripetitiva e priva di qualsiasi originalità, può fare notizia. Quel che comunque è assolutamente da rigettare è l’assunto puerile secondo il quale chi non capisce, non condivide o semplicemente non gradisce certe espressioni prive di una adeguata capacità esecutiva sia un ignorante. I cittadini e non gli “artisti” sono i fruitori dell’arte  e proprio per questo la loro opinione conta molto di più di quella di chi si  è autoproclamato addetto ai lavori. E molto spesso tra coloro che non gradiscono ci sono persone che da sole hanno più conoscenze artistiche di tutti coloro che giocano a fare i Soloni messi assieme.

Smettiamola dunque di nasconderci e di farci intimidire da quella casta autoreferenziale di sedicenti critici e intenditori d’arte che hanno okkupato università e accademie. Ogni giorno che passa ci accorgiamo ancor di più che il Re è Nudo, e non basta dire che solo gli ignoranti lo vedono così perché non hanno la capacità di vedere lo splendido vestito che indossa. Il Re è davvero nudo, ma occorre che tutti abbiano il coraggio di dirlo. Magari dicendo apertamente che una cacca, anche se “firmata” e in grado di costituire un monumento a quelle correnti “artistiche” che l’hanno prodotta, è sempre una cacca.

                                                                          Lanmarco Laquidara

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