L’utilità di alcune misure che sarebbero a costo zero sarebbe per Legambiente, fuori discussione: l’estensione dell’obbligo di lavaggio ai camion dei blocchi e agli altri automezzi usati professionalmente per raggiungere le cave, così come per i camion delle scaglie quello di chiudere il telone di copertura del cassone. Le polveri si diffonderebbero infatti dai camion con il pianale o i blocchi sporchi di fango, e dal cassone scoperto dei camion delle scaglie. Auto e fuoristrada infine depositerebbero sull’asfalto le pesanti incrostazioni di marmettola e fanghi che recano su ruote e carrozzeria, pronte ad essere risollevate dal traffico sotto forma di polveri. “Perché dunque non adottare le misure che abbiamo proposto, visto che ridurrebbero le polveri arrecando un disagio veramente minimo?”, domanda l’associazione ambientalista. Seppur il sindaco ne riconoscerebbe l’utilità, ne motiverebbe ugualmente il respingimento con il proposito di ottenerne il rispetto attraverso la sensibilizzazione di camionisti e cavatori, anziché imponendole come obbligo. “Una motivazione certamente nobile”, afferma Legambiente, “ma ahimé altrettanto inefficace, in quanto se le sole violazioni al codice della strada sono già innumerevoli, proviamo ad immaginare cosa succederebbe se venissero abolite tutte le sanzioni”. L’associazione ricorda inoltre come anche nel comparto del marmo ci siano persone civili che adotterebbero comportamenti lodevoli pur non avendone alcun obbligo: camionisti che chiudono il telone sul cassone di scaglie, altri che sottopongono a lavaggio il camion dei blocchi, così come alcuni proprietari di auto e fuoristrada. “Il problema è che queste persone rappresentano un’infima minoranza”, conclude il comunicato affermando di augurarsi che il sindaco Zubbani decida di emanare unilateralmente le ordinanze proposte, poiché se per le persone civili la sensibilizzazione sarebbe superflua; per quelle incivili, sarebbe al contrario inutile e si renderebbero necessari l’obbligo e la sanzione.