Affronterà il processo con rito abbreviato Francesco Cardillo, medico chirurgo 45enne, al centro di una delicata vicenda giudiziaria che ha scosso la comunità apuana.

Accusato di aver eseguito interventi di chirurgia estetica in un ambulatorio abusivo allestito nella propria abitazione in località Cervaiolo, Cardillo avrebbe sedato diversi pazienti senza la necessaria abilitazione da anestesista e con l’aiuto – secondo l’accusa – della compagna, anch’essa non abilitata.

Il rito abbreviato, richiesto dal suo difensore David Giovanni Cappetta e accolto dal giudice, consente uno sconto di pena in caso di condanna. La prossima udienza è fissata per giovedì 12 giugno: in quella data potrebbe già arrivare la sentenza di primo grado, dopo le eventuali richieste di pena da parte della pubblica accusa.

A processo anche l’ex compagna del medico, per cui il legale Ivan Gabriele Costantini ha chiesto l’ammissione alla messa alla prova: misura che, se concessa e conclusa positivamente, comporterebbe l’estinzione del reato.

Le accuse, formulate dalla Procura di Massa-Carrara, spaziano dall’esercizio abusivo della professione aggravato alla truffa ai danni dello Stato, dal peculato fino alla combustione illecita di rifiuti sanitari – che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati bruciati nel giardino della casa. Le indagini, avviate a maggio 2024 su segnalazione dell’Asl Toscana nord ovest (oggi costituitasi parte civile insieme all’Ordine dei Medici), erano partite da episodi di presunto assenteismo e sottrazione di farmaci ospedalieri da parte del medico, allora in servizio nei presidi d’emergenza della Lunigiana.

Il blitz che ha portato all’arresto di Cardillo risale allo scorso 13 gennaio: le Fiamme Gialle hanno scoperto nella villetta un ambulatorio in condizioni igieniche precarie, con pratiche mediche rischiose come la somministrazione di anestetici endovena. Due i casi più gravi emersi dalle indagini, con pazienti che avrebbero riportato serie conseguenze: una intubata, l’altra colpita da infezione post-liposuzione. Nessuna delle due ha però sporto denuncia.

Cardillo, incensurato e inizialmente detenuto, è oggi ai domiciliari con braccialetto elettronico. Ha collaborato con la giustizia sin dall’interrogatorio di garanzia, respingendo le accuse di sedazione profonda. Il Comune di Montignoso, che aveva chiesto di costituirsi parte civile, non è stato ammesso al processo.

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