I casi di violenza domestica sono in aumento e il dato, sempre più allarmante, è stato al centro della riflessione avviata dal prefetto di Massa-Carrara, Guido Aprea, durante l’incontro svoltosi a Palazzo Ducale per la presentazione del libro «Il futuro mi aspetta» di Lucia Annibali, avvocata ed ex deputata, testimone coraggiosa della violenza di genere.

Senza numeri ma con parole incisive, Aprea ha denunciato una realtà drammatica: quella di un “orco in pantofole” che abita le mura domestiche, seminando terrore e abusi. Ogni giorno – ha affermato – sul suo tavolo arriva un rapporto quotidiano delle forze dell’ordine, e ogni giorno vi è almeno una segnalazione legata alla violenza di genere. In particolare, aumentano i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali in ambito domestico, spesso consumate in presenza di minori, spettatori inermi di un dramma che si ripete.

«La violenza tra le mura di casa – ha dichiarato il prefetto – è un elemento tragico e trasversale, che unisce tutto il Paese, indipendentemente dalla complessità del territorio».

C’è però anche un segnale di speranza, rappresentato dalla risposta attiva e consapevole del territorio: «Massa-Carrara è una provincia sensibile, in cui istituzioni, scuola e soprattutto i giovani mostrano grande attenzione e voglia di partecipazione», ha sottolineato Aprea. Proprio i giovani, secondo il prefetto, sono la chiave per cambiare: «Affrontare il problema significa lavorare sulla formazione, sull’educazione al rispetto e sulle relazioni sane».

Tra gli strumenti messi in campo, Aprea ha citato le “vigilanza dinamiche”, nuove misure di protezione introdotte con le ultime modifiche al Codice Rosso, che consentono un presidio quotidiano per tutelare le donne vittime di violenza, nella stragrande maggioranza dei casi all’interno del nucleo familiare.

Infine, il prefetto ha ricordato il ruolo fondamentale delle associazioni locali, non solo a fianco delle vittime, ma anche rivolte ai maltrattanti, con l’obiettivo di promuovere percorsi di rieducazione e prevenzione.

Un monito forte, quello emerso dall’incontro, che richiama tutta la comunità a una responsabilità collettiva: spezzare il ciclo della violenza comincia dall’ascolto, dall’educazione e dalla presenza concreta delle istituzioni.