Alla Dott.ssa Letizia Casani Direttrice Generale dell’USL Nord-Ovest
“Non c’è umanizzazione dell’ospedale senza umanizzazione delle condizioni di lavoro e di vita del personale che vi lavora”. Convinti della validità di questo principio le abbiamo scritto questa lettera inerente alla lavoratrice, una operatrice socio-sanitaria che presta servizio presso l’ospedale di Pontremoli, mandata in commissione disciplinare a seguito di alcune contestazioni che la dirigenza USL Nord-Ovest le ha mosso per “un errore nella compilazione della domanda per ottenere il congedo parenterale”.
Perché partiamo da questa affermazione? Perché pensiamo che la salute non è solo una un’assenza di malattia, ma un completo benessere psicofisico. Ciò significa che patogeno non è solo quel lavoro che produce danni organici propri di una malattia professionale, ma anche quel lavoro dove la personalità della lavoratrice e del lavoratore viene mortificata, come è successo nei riguardi di questa giovane operatrice, alla quale nonostante il riconoscimento della limitazione dei carichi di lavoro, è stata sottoposta continuamente a condizioni di lavoro che le hanno procurato un serio infortunio e lunghe cure di riabilitazione.
Un fatto ancora più grave per chi lavora in sanità visto che il compito della medicina non è solo di curare, ma è soprattutto di prevenire, cioè di rimuovere le cause della malattia. La medicina è, o meglio dovrebbe essere diritto alla salute.
Dovrebbe quindi essere compito principale di chi dirige la sanità, lavorare per ridurre la nocività dell’ambiente ospedaliero, nocività spesso comune sia al lavoratore che agli utenti del servizio ospedaliero, mettendo la prevenzione al primo posto. Da anni i tagli alla sanità stanno ripercuotendosi sulle condizioni di vita e di lavoro degli operatori del settore.
Per i dipendenti pubblici il blocco del turnover e la conseguente carenza di risorse, ha creato condizioni di lavoro sempre più usuranti e intollerabili. Dai dati pubblicati dall’Inal risulta che nel 2024 gli infortuni sul lavoro nel settore sanità e assistenza sociale sono quelle che hanno subito il maggior incremento di casi, più il 26,1%, mentre sul versante delle malattie professionali, nei primi sette mesi sempre del 2024 le patologie legate al sistema osteo-muscolare risultano tra le prime tipologia di malattie denunciate. Questi dati dovrebbero imporre l’obbligo di verificare le cause di queste malattie, intervenire per rimuoverle, per ottenere la riduzione del controllo di tutte quelle situazioni che favoriscono l’insorgenza e la diffusione di queste patologie, invece che, come in questo caso nascondere la vera causa dietro ad accuse pretestuose.
Ci auguriamo che si intervenga al più presto su questa vicenda evitando che al “danno si unisca la beffa” verso una lavoratrice che ha dovuto subire dei danni fisici per la superficialità, l’incuria e il disprezzo con il quale e stata trattata e maltrattata, ponendo fine a una vicenda che certamente non fa onore a quanti dovrebbero trattare la salute come recita l’art. 32 della Costituzione: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Distinti Saluti
Comitato “iononcisto”, Firenze
Aderente al Coordinamento Regionale Toscano SAS – Salute Ambiente Sanità